Non tutti saranno d’accordo – e ci mancherebbe – ma per noi il podio del GP di Cina è da incorniciare: Daniel Ricciardo, Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen, i gregari, i numeri due dei loro colleghi eccellenti e sostenuti e protetti e viziati dai team spesso oltre ogni logica e buon senso.
Così, è tutto normale se al via Sebastian Vettel chiude in quel modo il finlandese, che partiva dalla parte più gommata della pista. Se la stessa manovra l’avesse fatta un altro pilota apriti cielo, anche se non ci sono stati cambi di traiettoria l’avrebbero impiccato in sala mensa e i commentatori della TV a pagamento ci avrebbero fatto partire i timpani – oltre quello che già non fanno – gridando allo scandalo. Perché, nonostante tutto il lavoro che fa e i tempi anche nelle libere di quest’ultimo GP, Raikkonen è sempre la ruota di scorta, quello che deve far gara per favorire Vettel (al terzo GP, non al penultimo!) e così il team lo lascia in pista oltre ogni logica, richiamandolo per il pitstop solo nel giro 28 – manca che gli facciano pagare le gomme e siamo a posto. E a fine gara, i commentatori TV sembrano in lutto e persino la squadra non lo festeggia come meriterebbe… Ragazzi, è arrivato terzo e i punti li ha portati a casa lui, mica vostra sorella!!!
Valtteri Bottas è un onesto lavoratore e un pilota capace, sempre all’ombra di Lewis Hamilton, però. Nel 2017 il Titolo Costruttori è arrivato grazie alla sua costanza, eppure siamo ad aprile e si parla già di mercato piloti e Wolff cita tutti – persino Sainz e Ocon – e si dimentica del suo pilota titolare, che proprio schifo non fa. Ma lui, da bravo finlandese, non commenta, va avanti e oggi risale sul podio, portando a casa punti importanti che vendono la Mercedes al primo posto nel Costruttori. Sì, non avrà quell’estro creativo del campione che entra nella storia, ma da qui a farlo passare a guidatore della domenica con il cappello in testa e il braccio fuori dal finestrino ce ne passa!
E veniamo al vincitore, all’eterno secondo, prima di Vettel, poi del “fenomeno Vestappen”, il bambino prodigio coccolato oltre l’inverosimile da Helmut Marko. E così, nonostante le vaccate a ripetizione e gli errori da dilettante che spesso e volentieri commette, a lui la Red Bull perdona tutto, tenendolo sempre in palmo di mano. E di Ricciardo, a proposito del futuro, il silenzio, parlano di Sainz, di altri piloti junior, di lui arrivano persino a dire che non è importante e quindi se vuole può anche cercarsi un altro sedile. La signorilità prima di tutto…
Ecco, oggi il salto che ha fatto lui uscendo dalla macchina noi l’abbiamo fatto dalla sedia, alzando come lui le braccia e i pugni al cielo. Pugni diretti a quei team boss che dovrebbero aprire gli occhi e valorizzare i beni che hanno in casa. La bellezza di quel podio… tre ragazzi normali, puliti, educati, che cacciano giù decisioni e dichiarazioni. D’accordo, dirà qualcuno, prendono dei bei soldi e quindi a fronte degli ingaggi tacciono. Ma i soldi non comprano il rispetto e la dignità che sono dovuti a chiunque, anche ai piloti di Formula 1 con contratti milionari. Oggi, ragazzi, su quel podio avete portato anche noi, tutti gli appassionati veri e gli esseri normali, quelli che pensano di essere “sfigati” e che la loro occasione non verrà mai, perché nella vita vincono sempre i “protetti”. E chissà che finalmente qualcuno nelle vostre squadre non capisca che dovete essere considerati di più, anche perché a tirare troppo la corda prima o poi si spezza e se un giorno doveste dire un no o tirare una sportellata al vostro compagno di squadra blasonato… beh, sarebbe un gesto sicuramente poco sportivo, ma umanamente comprensibile.
Barbara Premoli