Secondo quanto disposto dalla Corte d’Appello di Roma, vanno rimossi i tutor dalla rete autostradale, perché la Società Autostrade avrebbe copiato il brevetto. Immediata la reazione di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Non interveniamo nel merito della sentenza e degli eventuali diritti della ditta Craft, ma è di tutta evidenza che si tratta di una grave danno per la sicurezza stradale. In questi anni il tutor ha garantito molta più sicurezza rispetto all’autovelox. Non solo la velocità media consente di evitare multe assurde, magari per il superamento del limite di 6 km/h, ma la postazione fissa scongiura il pericolo che l’automobilista freni all’improvviso a fronte di autovelox nascosti, causando incidenti, oppure che rallenti solo per un breve tratto per poi riprendere a correre“.
Secondo la Corte d’Appello, il tutor costituisce contraffazione del brevetto di cui è proprietaria la Craft, una piccola azienda di Greve in Chianti fondata da Romolo Donnini, ex tecnico della Galileo. La Corte d’Appello di Roma ordina ad Autostrade di astenersi in futuro dal fabbricare, commercializzare e utilizzare il sistema in violazione del brevetto. Per ogni giorno di ritardo Autostrade dovrà pagare a titolo di sanzione civile 500 euro a favore della Craft, che potrà chiedere ad Autostrade di comprare il brevetto. Autostrade per l’Italia ha comunicato che il tutor non verrà rimosso dalla rete di Autostrade per l’Italia, ma sarà immediatamente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale e che la sentenza sarà impugnata presso la Corte di Cassazione.
Redazione MotoriNoLimits