L’anno appena trascorso verrà ricordato per il ritiro della Lancia da tutti i mercati europei, tranne che per l’Italia. Ai vertici FCA si ritiene che il nobile brand torinese non abbia storia all’estero, peccato però che i Lancisti siano sparsi in tutto il mondo.
Già, provate a chiedere in Francia, in Germania, nel Regno Unito e perfino negli Stati Uniti se conoscono la Lancia e la risposta sarà quasi sempre affermativa, accompagnata da un sorriso entusiastico. Perfino in Nord America, infatti, Lancia è storicamente “talmente poco conosciuta” (e sottolineiamo le virgolette) che nel 1955 l’importatore di auto europee Max Hoffman chiese a Torino e ottenne una spider meravigliosa, ossia la celebre Aurelia B24 “America”. Certo, da allora i tempi sono cambiati e l’ultima Lancia ad aver varcato l’Atlantico è stata la Scorpion, ovvero la Beta Montecarlo ribattezzata per non confondersi con l’omonimo modello della Chevrolet. Ma il ricordo oltreoceano rimane e chi scrive rammenta una bellissima Thema 8.32 Giallo Fly, d’importazione parallela, circolare per le strade di Miami.
E’ doveroso, inoltre, sottolineare quanto Lancia abbia rappresentato per l’automobilismo mondiale, basti pensare alla prima vettura con la scocca portante, al primo motore V6 (quando esisteva solo il “6 in linea”) inventato dall’ingegner De Virgilio per l’Aurelia e poi adottato come schema da moltissimi altri costruttori in tutto il mondo. Senza dimenticare come Lancia significhi il marchio più vittorioso di sempre nel Mondiale Rally.
Certo, negli ultimi vent’anni a Torino hanno tentato più volte di rilanciare il brand, ma con effetti poco soddisfacenti al di là della Ypsilon, l’unico modello rimasto attualmente che tra l’altro ha un successo commerciale notevole. Inoltre, operazioni recenti come il rebadge della Chrysler 300 trasformata in Lancia Thema sono da dimenticare. Come puoi pensare di riuscire a vendere bene una vettura Segmento E con soli motori 3 litri, quando Mercedes-Benz e perfino Jaguar propongono anche unità a 2 litri? E che dire, sempre riguardo l’ultima Thema, dell’antidiluviano cambio automatico Nag di provenienza Mercedes, retaggio dell’ex Gruppo Daimler Chrysler? La precedente Thesis, non esattamente un successo commerciale, aveva una trasmissione più evoluta. Stendiamo un velo pietoso anche sull’ultima Flavia Cabriolet, una Chrysler 200 rimarchiata dotata di un improbabile (e lento) motore 2.4 litri a benzina, mentre il Grand Voyager Lancia ha avuto un suo perché.
In sostanza errori nella gestione della Lancia ne sono stati fatti, ma ciò non impedirebbe di tentare nuove strade. Il prestigioso brand piemontese, infatti, potrebbe benissimo diventare concorrente di Jaguar, Lexus e Mercedes, puntando su vetture che vanno dalle berline Segmento D agli immancabili SUV. Infine, una curiosità: il 6 dicembre scorso è andata all’asta a New York una Delta Integrale e, pochi giorni prima, sempre negli USA è stato battuto un esemplare di Stratos. Altro che Lancia senza storia all’estero!
Gian Marco Barzan