Al collezionista neozelandese Richard Fraser va il merito del più clamoroso ritrovamento di una Ferrari d’epoca: scopre una Ferrari 166 Inter, celeste metallizzato, che aveva trascorso 40 anni chiusa in una grande cassa di legno. Il ritrovamento, come nei film, arriva per caso: in viaggio di piacere in California e s’imbatte in quella macchina che ormai veniva data per dispersa.
Dopo una lunga trattativa riesce a comprarla, e dopo accurati restauri riesce a far tornare la 166 Inter al suo antico splendore. Della storia di ogni Ferrari, ormai si sa quasi tutto. Ma della 166 Inter con il numero di telaio 7 (ossia la settima Ferrari prodotta in assoluto) si erano da tempo perse le tracce. I collezionisti delle Rosse di Maranello erano ormai certi del fatto che la vettura fosse stata venduta in America, poi distrutta in qualche incidente e quindi demolita. In realtà quella macchina aveva avuto solo un piccolissimo incidente stradale e il suo proprietario, in attesa che da Maranello gli spedissero i pezzi di ricambio, aveva chiuso in una cassa di legno la vettura.
Insomma un ritrovamento molto importante per la storia della Ferrari perché nel 1948, per allargare la fascia di utenza, Enzo Ferrari pensò di realizzare una vettura Gran Turismo da affiancare alle ormai famose macchine da corsa. Nacque così la 166 Inter, proposta insieme ai due purosangue da corsa 166 S e 166 MM. La Inter aveva una bella carrozzeria con un abitacolo spazioso, e perfino un bel bagagliaio, occupato però quasi interamente da una grande ruota di scorta. In questa coupé tutto è stato progettato per offrire il massimo confort: finiture di lusso con tante cromature, ricca strumentazione e sospensioni meno rigide delle altre Ferrari. Il motore, sempre il sofisticatissimo 12 cilindri a V di 1995 cc con testata e basamento in lega leggera, è però stato depotenziato (sulla Inter sviluppava 115 Cv), per offrire una maggior facilità di guida. Tuttavia il fascino della vettura che correva (e vinceva…) sulle piste di tutto il mondo rimase immutato.
Di questa vettura ne vengono prodotti solo 37 esemplari, in un’epoca in cui il sodalizio tra Ferrari e Pinin Farina non è ancora nato: le vetture vengono perciò carrozzate da Vignale, Ghia e Touring e quasi tutte sono arrivate fino ai giorni nostri in spettacolari stati di conservazione. D’altra parte, la 166 Inter è sempre finita tra le mani di gente che non si sarebbe mai cimentati in nessuna competizione, e il fatto di essere stata la prima Ferrari GT utilizzabile quotidianamente ha contribuito alla conservazione di queste macchine.
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