“Dopo una scalinata fatta di corsa, l’ultimo gradino resta sempre il più difficile”: così Gian Carlo Minardi riassume l’attuale situazione in Ferrari, reduce dal successo di Interlagos e dalla conferma di seconda forza del Mondiale, con Sebastian Vettel che ha consolidato il secondo posto davanti a Valtteri Bottas.
“Dopo un 2016 avaro di vittorie e il terzo posto tra i Costruttori, i cinque sigilli di quest’anno e il secondo posto nelle due classifiche rappresentano uno spiraglio importante per tornare a imporsi nel mondiale, anche se la differenza con la Mercedes resta importante com’è emerso in Brasile con la straordinaria rimonta di Hamilton che ha messo in mostra il potenziale della Mercedes coadiuvata da un’ottima affidabilità”, prosegue il manager faentino. “L’inglese è stato in grado di usare per quasi tutta la durata del GP l’overboost, mettendo un importante tassello sul 2018 in cui ciascun pilota avrà a disposizione solo tre unità motrici”.
Dalla prossima stagione i regolamenti diventeranno ancora più severi sulla durata delle Power-Unit, con ciascuna unità chiamata a percorrere oltre 7.000 chilometri. “Lo trovo veramente assurdo poiché questa decisione porterà a un’esasperazione nella ricerca di materiali innovativi (lubrificanti compresi) e a un aumento vertiginoso dei costi, con ricadute pesanti soprattutto verso i piccoli team. Consideriamo poi che dal 2021 si dovrà procedere a una progettazione completamente nuova con ulteriori costi nella ricerca. Inoltre oggi abbiamo motoristi che faticano a concludere un weekend. Sull’esito della stagione della Ferrari pesano in modo determinante gli errori dei suoi piloti: Sebastian Vettel si è dimostrato nervoso e fragile nel momento cruciale del mondiale (Baku e Singapore), causato forse dalla consapevolezza di non poter realmente competere con Lewis. Ancora una volta Kimi Raikkonen non è stato in grado di portare al team quei punti indispensabili per vincere il titolo costruttori, ma a Maranello hanno comunque deciso di puntare sul finlandese”.
Sul finale la Ferrari è stata scottata anche da problemi di affidabilità (vedi Malesia e Giappone) che hanno vanificato la rimonta nei confronti della corazzata anglo-tedesca. “A un certo punto della stagione la Ferrari ha provato a spremere le componenti credendo di aver chiuso il gap con la Mercedes, perdendo però in affidabilità. Era un tentativo che andava fatto proprio per trovare il limite e capire realmente il punto che si era raggiunto. L’affidabilità ritrovata nei gran premi successivi è dovuto principalmente ad aver fatto un passo indietro sulla performance”.
Bisogna dare atto alla Ferrari di aver costruito una vettura in grado di tracciare la strada per tornare al successo conquistando risultati insperati all’inizio della stagione. Nel weekend, ad Abu Dhabi, potrà provare a chiudere la stagione con un nuovo successo dopo quello del Brasile, Hamilton permettendo.
Redazione MotoriNoLimits