Il sindaco di San Paolo Joao Doria ha minimizzato gli episodi di violenza che hanno caratterizzato il GP del Brasile. Dopo gli assalti a mano armata ai danni di personale Mercedes, Williams e FIA durante i trasferimenti da e per il circuito, ieri stessa sorte è toccata a uomini di Sauber e Pirelli. “Mentre venivamo al circuito oggi c’era così tanta polizia che sembrava fosse scoppiata la guerra civile“, ha detto Toto Wolff. Il sindaco Doria ha ammesso di aver ordinato un aumento della sicurezza, ma ha allo stesso tempo difeso San Paolo: “Quello che è successo non può essere giustificato, ma ho visto cose peggiori in altri circuiti. E’ stata la prima volta che abbiamo avuto casi così seri“.
Felipe Massa ha criticato la situazione di quest’anno, dicendo che il Brasile deve evolversi come nazione, aggiungendo: “Stiamo attraversando tempi difficili“. Cosa che il sindaco ha subito commentato: “Mi piace molto Felipe, ma circostanze come queste si sono verificate in altri circuiti e nessuno ha mai detto che si vergognava di essere di quel Paese o di quel circuito. Sono circostanze spiacevoli, ma possono verificarsi ovunque“.
Secondo molti addetti ai lavori, i fatti potrebbero segnare la fine di Interlagos, con la città che sta vendendo il circuito e il ritiro di Massa, per cui non ci saranno più brasiliani sulla griglia. “Spero che la F1 resti in Brasile”, ha detto Felipe. “Questo paese è troppo importante avendo avuto così tanti piloti e cosè tanti campioni del mondo“.
Ma il sindaco Doria è convinto che il GP sia al sicuro: “Abbiamo un contratto fino al 2020 e chiunque acquisti il circuito deve rispettarlo. E poi speriamo di rinnovare per altri 10 anni. Se i fatti di violenza del weekedpossano minare i negoziati post-2020? No, perché cose del genere possono accadere e sono anche da incentivo a migliorarsi in futuro“.
E sarebbe ora, perché ogni anno succedono, la differenza è che quest’anno se ne è parlato, a partire da Lewis Hamilton, scioccato per l’assalto con colpi di pistola subito da uomini del team. Vi assicuriamo che in nessun altro circuito del mondo si entra e si esce come da quello di San Paolo, tutti, anche noi giornalisti: arrivi al cancello e devi accelerare come non ci fosse un domani e guai a fermarsi a un semaforo rosso, sei fregato. Non è un caso, è la norma. Solo i grandi capi ne sono esenti, perché loro si spostano con la security, pronta a sparare se qualcuno tenta un assalto. Addetti ai lavori e uomini e donne dei team non possono permettersi i bodyguard e non viaggiano armati…
Barbara Premoli