Antonio Giovinazzi continua a credere al sogno di correre in F1 con la Ferrari. Quest’anno ha avuto un ruolo anche se marginale, sostituendo l’infortunato Pascal Wehrlein alla Sauber a inizio stagione. “Quest’anno mi ha dato più di quanto mi aspettassi“, ha detto il 23enne, che è stato pilota di riserva ufficiale Ferrari e anche terzo pilota che ha girato il venerdì per la Haas, team motorizzato da Maranello. “Non nascondo che dopo una grande annata in GP2, mi sentivo pronto per una stagione intera in F1, ma è andata così“, ha detto a La Gazzetta dello Sport. “Adesso però mi sento ancora più preparato rispetto allo scorso inverno“.
Il prossimo step per Giovinazzi però non è chiaro. In Cina per lui un weekend di gara da dimenticare con la Sauber e da allora è stato l’altro pilota junior Ferrari Charles Leclerc ad avere le maggiori attenzioni. “In Australia è stato tutto ok, ma quello in Cina è sato il peggior weekend di tutta la mia carriera di pilota. Mi è successo nel momento più importante, quando avevo tutta la pressione dei media addosso. I crirtici mi hanno attaccato molto, capisco che bisogna tenere sempre i piedi per terra“, prosegue Giovinazzi. “Non voglio dire che la cosa mi ha dato alla testa, ma forse in Cina mi sono dato obiettivi più grandi di quelli che allora potessi raggiungere. Bisogna essere consapevoli dei limiti e tutto accade al momento giusto. Ma la delusione mi ha aiutato a crescere“.
Ma sembra che sia Leclerc a essersi aggiudicato il sedile in Sauber nel 2018, accanto a Marcus Ericsson, che è molto vicino coi suoi sponsor al team svizzero, anche se circolano voci secondo cui la Ferrari starebbe ancora spingendo perché la Sauber prenda proprio Giovinazzi come compagno di Leclerc. Il boss Sauber Frederic Vasseur dovrebbe prendere una decisione prima della fine della stagione 2017. Atre voci indicano la Haas sotto pressione per ingaggiare Giovinazzi nel 2018, anche se Romain Grosjean e Kevin Magnussen sono già sotto contratto.
Alla domanda perché meriti di essere sulla griglia, Antonio ha risposto: “Perché, come molti altri, io e la mia famiglia abbiamo fatto grandi sacrifici per arrivare fin qui. La F1 non è il calcio, dove puoi giocare per molte squadre. Qui ci sono solo 20 posti al mondo, ma ho sempre creduto di potercela fare, come Vettel e Hamilton, che sono arrivati a grandi successi da zero. Sogno ancora di seguire le orme di Schumacher. Quando ho firmato per la Ferrari non potevo crederci. Ero sempre stato un ‘zingaro’ nella mia carriera, ma adesso vivo vicino a Maranello, sono quasi tutti i giorni in fabbrica e mi sento a casa“.
Quello che fa riflettere delle dichiarazioni di Giovinazzi è proprio la parte finale, quella in cui dice di essere certo di meritare un sedile – e per di più in Ferrari – per i sacrifici che lui e la famiglia hanno fatto. Sono tanti quelli che fanno sacrifici e vengono scartati, senza apparente motivo, lungo la strada (chiedere a Raffaele Marciello e anche ad Antonio Fuoco) e pochissimi quelli che arrivano. E ci è scappato un sorriso quando ha parlato di Vettel e Hamilton che sarebbero partiti da zero: beh, uno era nel vivaio Red Bull, l’altro sotto l’ala di Ron Dennis e non diremmo che questo sia “partire da zero”… Va bene crederci e avere fiducia nelle proprie capacità e gli auguriamo il meglio e di arrivare dove desidera (giusto puntare al top, a Schumacher, ma anche essere un Massa o correre per la Haas non sarebbe da buttare, no?), ma forse è il caso di seguire il mantra del team manager Maurizio Arrivabene: piedi per terra e continuare a lavorare.
Barbara Premoli