Il Circus della F1 torna in #Texas, dove nel weekend andrà in scena il 17° round della stagione 2017, il GP degli #USA. Si corre ad #Austin, sul Circuit of the Americas… o COTA, se preferite!
Il tracciato, inaugurato nel 2012, è opera del celebre architetto Hermann Tilke: 20 curve distribuite su una lunghezza di 5,513 chilometri. Qui si corre in senso antiorario e i giri da percorrere in gara saranno 56: il suo layout si ispira ad alcuni dei più noti settori di altri circuiti che hanno fatto la storia della Formula 1. È il caso, ad esempio, del tratto che va dalla 3 alla 6: ricorda molto la mitica sequenza Maggots-Becketts-Chapel di Silverstone. O il tratto racchiuso tra la curva 16 e 18 che è una vera e propria replica della mitica curva 8 dell’Intercity Instanbul Park. Inoltre, ulteriori analogie si possono individuare con alcuni settori di Hockenheim, Interlagos e del Red Bull Ring di Spielberg.
Il carico aerodinamico che richiede il COTA è alto a causa della presenza di numerose curve piuttosto lente, tuttavia il bilanciamento aerodinamico della vettura dovrà essere perfetto, altrimenti si rischia di perdere centesimi preziosi nella serie di curve veloci e sui due lunghi rettilinei, che sono anche i soli due tratti dove sarà possibile attivare l’ala posteriore mobile per guadagnare in velocità. E, a proposito di velocità, sul backstraight sfruttando la giusta scia e attivando il DRS sarà possibile superare i 340 km/h.
Le power unit saranno parecchio sotto stress, con le diverse porzioni di pista da percorrere a gas aperto e, proprio come succede a Montreal, qui sul COTA i team dovranno trovare un’efficace mappatura per la gestione dei consumi di carburante. Per concludere la gara servirebbero 101 chili di benzina, uno in più rispetto a quanto consentito dal regolamento, quindi i piloti e i team faranno in modo di girare, quando possibile, in modalità risparmio, o potrebbero rischiare di rimanere a secco durante gli ultimissimi chilometri. Quanto alle gomme, ad Austin saranno in azione le tre mescole più morbide di casa Pirelli, cioè le Soft, le Supersoft e le Ultrasoft, che dovranno fare i conti con un asfalto a bassa aderenza, elevate forze verticali (per la forte velocità sul dritto e l’alto carico aerodinamico) e notevoli spinte laterali e longitudinali, tra curve veloci e staccate al limite. Insomma, ci sono tutti gli elementi per una gran bella gara.
Redazione MotoriNoLimits