Emozioni all’inizio e alla fine del GP del #Giappone che si è corso oggi a #Suzuka, che ha visto la vittoria della #Mercedes di Lewis #Hamilton
davanti alle Red Bull di Max Verstappen (per solo 1.2s) e Daniel Ricciardo, per la prima volta a podio a Suzuka (ma il 10° del 2017). E il ritiro nel giro 5 della Ferrari di Sebastian Vettel (il secondo in tre gare, ha portato a casa solo 15 punti su 75 disponibili), a causa della rottura di una candela (sì, all’alba abbiamo scoperto che esistono ancora… altro che ricordo del passato, come i dinosauri o i gettoni per telefonare!), che vede così il leader del campionato portare il vantaggio sul tedesco a 59 punti. 61 le vittorie di Hamilton (8 in questa stagione), la quarta in Giappone e la terza a Suzuka e il 21° arrivo a punti consecutivo record per lui.
Hamilton ha preso subito il comando dalla pole e i problemi di Vettel si sono visti praticamente subito – ma la Ferrari aveva già notato la cosa sulla griglia, aprendo e richiudendo il cofano motore – e all’inizio del secondo giro il tedesco era già sesto, finché al quarto giro il team l’ha richiamato ai box. Vettel è rimasto per un po’ a bordo della macchina, ma il ritiro definitivo è arrivato nel giro 12, quando è sceso, si è cambiato ed è andato a salutare pubblico e gli uomini al muretto, con un grande abbraccio a Maurizio Arrivabene. A conclusione della gara, è arrivata la notizia anche di una reprimenda a Vettel, per non essersi presentato all’inno nazionale pre-gara…
Questo ha lasciato via libera alle Red Bull, con un Max Verstappen sempre alle calcagna di Hamilton, passato da 5 secondi a uno solo nelle fasi conclusive. E in fase di doppiaggio, Fernando Alonso sotto i riflettori, come una settimana fa in Malesia, facendo passare Hamilton e non l’olandese, cosa sotto investigazione da parte della FIA (punita con 2 punti sulla patente). Ma sinceramente la cosa ci sembra assurda. Stesso schema tra Valtteri Bottas e Daniel Ricciardo, ma il pilota della Mercedes ha dovuto accontentarsi del 4° posto (con la soddisfazione del miglior giro in gara), davanti alla Ferrari del connazionale Kimi Raikkonen, alle Force India di Esteban Ocon e Sergio Perez, alle Haas di Kevin Magnussen e Romain Grosjean con la Williams di Felipe Massa a completare la top 10.
Ultima gara con la Toro Rosso finita male per Carlos Sainz, uscito nel primo giro alle esse (con uscita della safety car). Altro ritiro per Marcus Ericsson, a muro con la Sauber alla Degner 2 nel giro 8. Ritiro forzato per Nico Hulkenberg nel giro 41, sulla cui Renault è rimasto aperto il DRS e fuori anche la Williams di Lance Stroll nel giro 47, per il cedimento dell’anteriore destra (con uso – sempre meno comprensibile – della VSC).
La classifica vede adesso Hamilton a quota 306 punti, con Vettel a 247 e Bottas a 234. Nel Costruttori, Mercedes ormai imprendibile a 540, con la Ferrari a 395 e la Red Bull a 303, seguita da Force India, Williams e Toro Rosso (rispettivamente a 147, 66 e 52). A questo punto finalmente pausa, prima del GP degli USA. A Hamilton bastano 16 punti su Vettel per conquistare matematicamente il quarto Titolo. Chissà che gli americani di Liberty Media non sognino proprio che il loro primo Mondiale si concluda in casa… Abbiamo iniziato dicendo “emozioni all’inizio e alla fine”: sì, perché in effetti è stato uno dei GP del Giappone più piatti che si siano mai visti. – 12 sorpassi in pista, di cui 10 fatti da Raikkonen Per concludere, ringraziamo di cuore per averci fatto rivedere a bordo pista il trattore, dopo l’uscita della Williams di Stroll. Certo, c’era la VSC, ma c’era ancora il trattore. Lo stesso di Jules Bianchi, tre anni fa… A sottolineare ulteriormente l’inutilità della VSC, che elimina i vantaggi e ricompatta il gruppo, uccidendo proprio quello spettacolo tanto invocato. Ma non elimina i pericoli a bordo pista, perché le velocità dei piloti non erano “codice”…
Barbara Premoli