Una pioggia torrenziale ha accolto la Scuderia #Ferrari all’arrivo in #Giappone. Ma al momento le previsioni meteo danno per probabile un miglioramento delle condizioni per il weekend, a eccezione forse del venerdì.
La pista di Suzuka è una delle “classiche” di questo campionato di Formula 1. Esattamente 30 anni fa il suo primo GP lo vinse Gerhard Berger su Ferrari F1-87, partendo dalla pole position. Da allora, salvo un paio di edizioni in cui la gara ritornò al Fuji, la Formula 1 ha sempre corso sul tracciato nella prefettura di Mie. Una pista che piace praticamente a tutti i piloti, anche se non si può dimenticare la tragedia del 5 ottobre 2014 che costò la vita a Jules Bianchi, grande promessa dell’automobilismo e del Cavallino, che lottò fino al 17 luglio 2015.
Tecnicamente è un circuito “vecchio stile”, stretto, con vie di fuga minimali, traiettorie obbligate in diversi punti e una sequenza interessante di curve. La più famosa è senz’altro la doppia “esse” in salita dopo la curva 1, un punto in cui un campione come Michael Schumacher sapeva fare la differenza. Quasi una consacrazione del destino il fatto che per due volte, nel 2000 e nel 2003, propri qui abbia vinto il titolo Piloti con la Rossa.
A Suzuka “comanda” il ritmo: saper interpretare la successione di curve è la chiave del successo. Con le monoposto 2017, dotate di un carico aerodinamico elevatissimo, una piega come la famosa 130R – così chiamata per la lunghezza del raggio originale – potrebbe diventare quasi un rettilineo; ma non per questo la pista giapponese perderà il suo fascino, amplificato dall’ambientazione all’interno di un gigantesco parco dei divertimenti. E da un pubblico veramente unico per passione ed entusiasmo.
Redazione MotoriNoLimits