Una #Mazda6, il Tempio della Velocità e l’Università dei Piloti, ovvero l’Autodromo di #Monza e il circuito di #Spa-Francorchamps. A separare i due storici tracciati, circa 800 km. Il motivo della trasferta nelle Ardenne, la 24 Ore di Spa, a fine luglio. E, con due colleghi, abbiamo deciso di affrontarla in auto. Il problema di noi fotografi è che viaggiamo sempre con molto bagaglio. Oltre alla normale valigia, il computer portatile, lo zaino dell’attrezzatura fotografica, senza contare che per la gara di durata del campionato Blancpain GT servono anche la tuta ignifuga e un caschetto, per poter scattare fotografie dalla pitlane, in massima sicurezza. Ci serviva, quindi, un mezzo di trasporto adatto a risolvere diverse problematiche, che fosse dotato di un ampio bagagliaio, avesse un ottimo comfort, senza comunque perdere di vista i consumi. La risposta è stata la Mazda6 2.2L Diesel 175CV SKY ACTIV-D, l’ammiraglia della Casa giapponese.
Non vi nascondiamo un iniziale scetticismo verso la versione berlina: dubitavamo che più di 18 tra borse e borsoni potessero stare all’interno del bagagliaio. Scetticismo, però, subito dileguato al momento della partenza. In meno di 10 minuti e senza troppi sforzi, tutto ciò che avevamo deciso di portare con noi ha trovato la sua collocazione ideale.
Non era la prima volta che affrontavamo in auto il viaggio fino a Spa. che amiamo per l’estrema varietà di panorami e percorsi. Si parte attraversando la Svizzera, con panorami alpini davvero mozzafiato, si passa poi per un’infinita pianura che scavalla a metà tra Francia e Germania. Si finisce, poi, tra le colline boscose delle Ardenne, il vero pezzo forte del viaggio. Qui, l’autostrada è sempre deserta, presentando saliscendi e curvoni dolci che invitano alla guida. Ultimo plus il fatto che, nel tratto tedesco, non ci siano limiti di velocità.
La Mazda6 si è rivelata adatta in ogni situazione. Per mettere alla prova la berlina giapponese abbiamo deciso di abbandonare la comoda via del traforo del San Gottardo, per affrontare, invece, i sinuosi tornanti del passo. Nessun problema sia nella parte in salita sia in quella in discesa per il cambio automatico, che si è sempre trovato a suo agio con gli improvvisi cambi di pendenza. Un’altra problematica svizzera è quella del continuo cambio di limiti di velocità in autostrada. Se aggiungete il fatto che è infarcita di Autovelox, ritrovarsi con una multa consegnata a casa è davvero un attimo.
Anche qui, Mazda, con il sistema di riconoscimento dei segnali stradali, viene in ottimo aiuto al guidatore che, tramite un segnale acustico e un display “virtuale”, posizionato davanti al volante, ha sempre sotto controllo il limite di velocità. Qualche piccola pecca c’è stata, non sempre i limiti indicati erano esatti (anche sulle strade italiane) e nella zona intorno a Basilea, luogo di incroci degni delle autostrade americane, la nostra guida elettronica si è un po’ persa. Strano anche il tempo per ricaricare l’immagine quando passa dall’avviso di ingresso in galleria, all’uscita. Ma Mazda ci ha detto che i tecnici giapponesi stanno lavorando proprio per migliorare questi nei.
Le autostrade francesi, più trafficate di quelle svizzere, ci hanno permesso di mettere alla prova un altro dispositivo della berlina. Viaggiare senza il cruise control ormai è pura follia, con i limiti di velocità gestiti dai tutor il viaggio sarebbe impegnativo. Mazda6 aggiunge a questo dispositivo anche il controllo adattativo della velocità di crociera. Siamo rimasti letteralmente stupefatti ed entusiasti di questa caratteristica della vettura. Quando davanti a noi si parava un’altra auto, automaticamente la velocità veniva ridotta per mantenere la distanza che avevamo pre-impostato. Ottimo per viaggiare in tutta sicurezza. L’ultimo tratto del viaggio, quello delle Ardenne, è stato affrontato senza problemi di sorta. Anche ad alte velocità, la vettura dimostra stabilità e trasmette sicurezza, sia in frenata sia in accelerazione. Unica pecca, una leggera vibrazione sul volante tra i 120 e i 130 km/h, ma non abbiamo avuto modo di capire se fosse legato a un problema alle gomme (magari di una prova precedente). Anche sul bagnato la guida si è dimostrata sicura e precisa. Alla fine del viaggio di andata, nonostante l’ultimo tratto affrontato ad alte velocità, il consumo si è tenuto sui 6,2 l/100 km, davvero straordinario per una macchina di questa potenza e cilindrata.
Difetti? Non ci sono prese per i dispositivi USB nella parte posteriore. Ne sono presenti solo due, nel tunnel centrale, che però si trovano chiusi nello scomparto tra i sedili, con rischio concreto che in caso di chiusura in maniera sbadata, si tranci il cavo. Ed è un po’ limitata la capienza del serbatoio che, viste le dimensioni dell’auto, pensavamo potesse come autonomia superare i 1.000 km, situazione parzialmente risolta però dall’ottima gestione dei consumi.
Ma la Mazda6 ci ha convinti e conquistati in pieno. Per un viaggio come questo il comfort è stato notevole (solo guidandola e vivendola si comprende il concetto di Jinba Ittai, termine giapponese che indica la sintonia tra cavallo e suo cavaliere, ovvero quella sensazione di connessione e sintonia unica tra guidatore e vettura), cosi come il risparmio sul carburante. Ci ha permesso di arrivare a Spa riposati e di iniziare a lavorare subito e il viaggio di ritorno è stato altrettanto confortevole. Insomma, una trasferta in business class! Curiosità: prima di lasciare Spa sosta all’autolavaggio e all’arrivo siamo rimasti stupiti notando che il parabrezza era pulitissimo, sembrava fossimo appena partiti, niente strage di moscerini, a riprova dell’ottimo lavoro fatto dagli ingegneri sul Cx. D’altronde basta osservare le linee sinuose e scolpite per rendersene conto. E poi il rosso Mazda… unico!
Alessio Morgese (testo e foto) e Barbara Premoli
Scheda-Tecnica-Mazda6-2017