Forma smagliante per il leader del campionato Sebastian Vettel, che ha conquistato la 3° pole in Ungheria, la 48° in carriera e la seconda della stagione,
chiudendo davanti al compagno di squadra Kimi Raikkonen, a soli 0.168s, e alle Mercedes di Valtteri Bottas (più lento di 0.2s di Vettel ) e di Lewis Hamilton, a un paio di decimi dal finlandese e che ha effettuato un solo tentativo, dopo un errore nel primo.
Terza fila per le due Red Bull di Max Verstappen e Daniel Ricciardo, con la Renault di Nico Hulkenberg 7° ma molto staccata dai leader, e che domani perderà 5 posizioni in griglia per sostituzione del cambio. Completano la top 10 le McLaren di Fernando Alonso (che oggi festeggia il suo 36° compleanno) e Stoffel Vandoorne e la Toro Rosso di Carlos Sainz.
La pole di Vettel, con un tempo di 1.16.276 che sbriciola il precedente record all’Hungaroring, è arrivata nel primo run in Q3, con a seguire Bottas, Verstappen, Ricciardo e Raikkonen, mentre Hamilton ha abortito il giro dopo essere andato largo alla curva 4. L’inglese è stato il primo a uscire per il secondo tentativo e ha fatto il 3° tempo, poi diventato 4° quando Raikkonen ha battuto sia lui sia Bottas, conquistando la seconda posizione (e la terza prima fila Ferrari della stagione, dopo Sochi e Monaco) con un tempo di 1.16.444.
Non hanno nascosto la delusione Toto Wolff e Niki Lauda, la seconda fila non era quello cui puntavano, con Hamilton che era stato il più veloce nel Q2, riuscendo a passare Vettel e Verstappen quando ha montato il secondo set di supersoft. E di nuovo giornata no per Jolyon Palmer, 11° contro il 6° tempo di Hulkenberg, ed eliminato con la Force India di Esteban Ocon, la Toro Rosso di Daniil Kvyat, la seconda Force India di Sergio Perez e la Haas di Romain Grosjean.
Vettel aveva già mostrato la velocità e l’efficacia del pacchetto Ferrari nel Q1, chiudendo davanti a Verstappen anche se per soli 0.022s. Ma tutti i riflettori nel Q1 sono stati puntati su Paul di Resta, chiamato all’ultimo minuto a sostituire Felipe Massa e che non guidava una monoposto di F1 dal GP del Brasile 2013. Lo scozzese ha quindi lasciato il microfono (fa l’inviato per una TV), ha messo la tuta e ha fatto un tempo di 1.19.868s in soli 11 giri, chiudendo 19°, senza sfigurare e senza far danni, a soli 2 posti e 7 decimi dall’altra Williams di Lance Stroll e dietro alla Sauber di Marcus Ericsson. Cosa che un po’ fa riflettere perché se è vero che Di Resta corre ancora nel DTM, era dal 2013 che non saliva su una F1, tantomeno della nuova generazione. E il pensiero corre alla famosa frase di qualche anno fa di Niki Lauda, quando disse che queste F1 possono guidarle anche le scimmie… Non vogliamo certo mancare di rispetto ai piloti e alle loro capacità indubbie (domani li aspettano 70 giri nella caldissima Budapest…), ma tanto difficili da imparare non devono essere, nonostante pulsanti e manettini vari. Oppure Di Resta è un genio e a questo punto meriterebbe un sedile più di tanti altri ufficiali. State pensando anche voi a Palmer?!?
Eliminati nel Q1 anche la Sauber di Pascal Wehrlein (18°) e la Haas di Kevin Magnussen, 15° con lo stesso tempo di Sergio Perez ma il messicano l’ha fatto per primo ed è quindi passato in Q2. Curiosità finale: dal 2005 chi vince all’Hungaroring non diventa campione a fine stagione. Voi che cosa fareste? Rischiereste solo per vedere a novembre se è vero? Vettel non ha avuto esitazioni, come Raikkonen e Bottas: domani si scende in pista per vincere.
Barbara Premoli