Non chiedeteci come e perché, solo vedendolo si può capire la follia del GP di Azerbaijan, vinto dalla Red Bull di Daniel Ricciardo (a un certo punto 17°), seguito da Valtteri Bottas (finito ultimo) e da Lance Stroll, il rookie più giovane a podio, a 18 anni e 239 giorni. E non chiedeteci quante safety car, perché ne abbiamo perso il conto. Quello che è certo è il brutto episodio tra i rivali al Titolo Sebastian Vettel e Lewis Hamilton proprio dietro una safety car. Hamilton avrà anche rallentato (ma l’andatura spetta a chi è davanti, come ha detto Lauda), ma il ferrarista prima l’ha tamponato, poi ha gli ha fatto tutti i gesti possibili e infine gli ha tirato una ruotata, in un gesto inspiegabile, anti-sportivo e che è stato punito con 10 secondi di penalità. La gara era nelle mani di Hamilton, ma il destino ci ha messo lo zampino, quando la protezione della testa ha cominciato a sollevarsi e dopo 2 giri in cui la teneva con la mano sul rettilineo, è stato costretto a rientrare ai box per sostituirla, scivolando in 6° posizione. Vettel si è fermato dopo di lui per la penalità e gli è rientrato davanti.
In tutto questo caos Ricciardo, che si era qualificato 10° e sembrava fuori dai giochi dopo essersi dovuto fermare nelle prime fasi per togliere dei detriti dalle prese d’aria dei freni, scivolando in P17, alla fine non ha potuto che ridere via radio, per questa 5° vittoria su cui come ha detto a fine gara non avrebbe puntato un soldo. Ma lo choc del giorno è sicuramente Lance Stroll, sul podio, dopo i primi punti di due settimane fa in Canada. E beffato da Bottas proprio sul traguardo, che gli ha soffiato il secondo posto, altro miracolato di Baku, visto che dopo la collisione al primo giro con Kimi Raikkonen si era ritrovato doppiato, riuscendo a sdoppiarsi durante una delle molte safety car.
E il caos è iniziato proprio al via con quel contatto tra i finlandesi (per l’ennesima volta…) alla curva 2, quando la Mercedes è finita sul cordolo e rientrando ha preso la Ferrari, Raikkonen è riuscito a proseguire, 5°, mentre Bottas è rientrato ai box. Questo ha permesso a Vettel di prendere la 2° piazza alle spalle di Hamilton ed era a 3″ quando c’è stata la prima SC nel giro 11, quando la Toro Rosso di Daniil Kvyat è rimasta ferma in pista ( e i commissari ci hanno messo una vita a spostarla…). Poi, mentre pressava Sergio Perez per la 3° posizione, ritiro per Max Verstappen per un problema al motore. La SC ha permesso ai piloti di effettuare i pitstop, passando dalle supersoft alle soft.
Alla ripartenza nel giro 16 Hamilton ha accelerato allungando su Vettel, che doveva difendersi da Perez, mentre Raikkonen è stato passato in un colpo solo da Felipe Massa ed Esteban Ocon. Ma la gara è stata immediatamente sospesa a causa dei detriti in pista in diversi punti del circuito e pochi giri dopo un’altra ripartenza indimenticabile… quella dello scontro Vettel/Hamilton. E sibito dopo contatto anche in casa Force India, quando Ocon ha cercato di passare Perez all’uscita della curva 2, con Raikkonen che ha forato passano su un detrito. E alla fine bandiere rosse, con Perez e Raikkonen che hanno avuto il tempo di fare le riparazioni ai box (e quasi quasi pure di lavare la macchina…).
Al restart, dopo 20 minuti (e per noi un gelato, ma ce ne stavano anche due), Hamilton e Vettel sulle supersoft hanno mantenuto senza problemi le posizioni, con un incredibile Ricciardo che da 5° si è ritrovato 3° dopo aver passato in un colpo solo Stroll e Massa, che si è poi ritirato per una sospensione posteriore rotta. Una mossa cruciale per l’australiano, dato che poco dopo Hamilton è dovuto rientrare ai box per la protezione della testa e Vettel per i 10 secondi di penalità. Ricciardo ha quindi mantenuto il comando fino alla fine, mentre Vettel e Hamilton, hanno lottato per rimontare il gruppo, non riuscendo a far meglio del 4° e 5° posto e avvicinandosi a Stroll e Bottas nell’ultimo giro.
Alle loro spalle, 6° e 7° Ocon e la Haas di Magnussen, entrambi “a rischio podio” dopo la bandiera rossa, seguiti dalla Toro Rosso di Carlos Sainz uscito indenne dal testacoda al primo giro per evitare Kvyat, dalla McLaren di Fernando Alonso (primi punti della stagione per lui) e dalla Sauber di Pascal Wehrlein, 10° dopo la battaglia (con contatto) con il compagno di squadra Marcus Ericsson. 12° Vandoorne, seguito da Romain Grosjean che ha vissuto un altro pomeriggio no per problemi di freni. Tra i ritirati Raikkonen e Perez e la Renault di Jolyon Palmer per problemi di motore.
Al termine di questo ottavo GP, Vettel allunga nel Piloti, con 153 punti contro i 139 di Hamilton. Ma sono tanti i ma: in primis, un circuito che – se non fosse stato per il movimento di oggi e le SC e le bandiere rosse e i contatti – annoia a morte, più di Monaco. Senza parlare dell’inefficienza dei commissari, come si è visto durante tutto il weekend, che hanno colpe relative, visto che il problema vero è che non c’è il posto materiale per posizionare le gru e quindi ogni volta passa una vita. Ma quello che proprio lascia l’amaro in bocca di questo GP è quello che subito è stato definito un fallo di reazione di Vettel, la ruotata a Hamilton. Non ci si aspetta una reazione del genere da un Campione del Mondo, troppo nervosismo. I due sono in battaglia, ovvio, il teatrino dei sorrisi e del “come ci vogliamo bene e siamo amici” non è mai stato credibile ed è finito. Adesso è questione di tenere i nervi saldi e non fare vaccate, perché così ci si gioca un Mondiale, esattamente come accadde per una memorabile testata (ingigantita quanto si vuole) tra Zidane e Materazzi… una scena brutta uguale.
Barbara Premoli
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