Dal 23 al 25 giugno il Baku City Circuit ospita la prima edizione del GP Azerbaijan, 8° round del Mondiale 2017 di F1. Un anno fa, infatti, la gara aveva la denominazione di GP Europa. La pista, disegnata dall’architetto Hermann Tilke, si snoda lungo le pittoresche vie di Baku.
L’infinito rettilineo d’arrivo (oltre 2 km) permette di ottenere altissime velocità ma in generale tutta la pista è all’insegna del pedale acceleratore, come dimostra il 56% della gara disputata a gas spalancato: in qualifica l’anno scorso Nico Rosberg ha realizzato un giro ad una media di oltre 210 km/h. Il tracciato presenta anche molte curve tecniche, come la 8 e la 15 in cui la precisione nella frenata è fondamentale per non picchiare contro i muri che in quei punti sono vicinissimi. Il layout prevede 4 curve iniziali a 90 gradi in cui i freni sono soggetti a grandi sollecitazioni e le successive in cui l’angolazione cambia di continuo e di conseguenza anche l’impiego dei freni. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 20 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il Baku City Circuit rientra nella categoria dei circuiti impegnativi per i freni. La pista azera si è meritata un indice di difficoltà di 8, identico a quello ottenuto dalla vicina Sochi e da altri 3 tracciati fra cui Monza.
L’impegno dei freni durante il GP
Le 11 frenate di ogni giro e l’estrema lunghezza della pista (oltre 6 km) comportano un impiego dei freni di quasi 19 secondi per giro: sono 7 secondi in più del Circuit Gilles-Villeneuve di Montreal, considerato uno dei più stressanti per i freni. In realtà, però, l’incidenza percentuale dei freni sulla durata della gara è quasi simile: 19 per cento a Baku, 17 per cento in Canada. La media sul giro delle decelerazioni massime è invece di soli 4 g a causa della mancanza, rispetto ad altre piste, di staccate con decelerazioni di 4,7-4,8 g e della presenza di curve con decelerazioni che non superano i 3 g. Il valore non eccezionale delle decelerazioni è evidente anche dall’energia dissipata in staccata da ogni vettura durante l’intero GP: 171 kWh, vale a dire l’energia elettrica consumata durante tutta la gara da oltre 350 abitanti dell’Azerbaijian. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i tecnici Brembo hanno stimato che ciascun pilota eserciterà in totale un carico di quasi 77 tonnellate e mezzo sul pedale del freno, cioè 100 volte il peso del satellite SPOT7 gestito dall’agenzia spaziale dell’Azerbaijan.
Le frenate più impegnative
Delle 11 frenate del Baku City Circuit Circuit 2 sono classificate come impegnative per i freni, 7 sono di media difficoltà e 2 sono light. La più dura per l’impianto frenante è quella alla curva 3: le monoposto vi arrivano a 319 km/h e in soli 2,28 secondi scendono a 95 km/h.
Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 153 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,6 g. Con il freno pigiato le vetture percorrono appena 64 metri, meno della lunghezza della gigantesca bandiera nazionale dell’Azerbaigian che sventola a Bayil. Il carico sul pedale del freno è leggermente superiore alla prima curva (154 kg) ma la diminuzione di velocità è inferiore così come il tempo di ricorso ai frenati: 2,03 secondi per passare da 325 km/h a 122 km/h. Di conseguenza è più breve anche lo spazio di frenata, 57 metri. Molto lunga è anche la frenata alla curva 15: 59 metri e 2,14 secondi ma l’impegno richiesto al pilota è leggermente inferiore perché la decelerazione è di “soli” 4,4 g e il carico sulla leva del freno di 143 kg.
Prestazioni Brembo
Il GP potrebbe diventare la 35° gara differente vinta da una monoposto con freni Brembo. Il primato spetta al GP di Monaco, conquistato ben 25 volte dai freni italiani. Dal 1975, stagione d’esordio dei freni Brembo in Formula 1, gli impianti frenanti Brembo hanno conquistato 370 GP, 91 dei quali con Michael Schumacher.
Redazione MotoriNoLimits