Quello di Baku è il più “giovane” dei circuiti in calendario e con i suoi 6.003 metri è il secondo per lunghezza dopo Spa. Ma è anche uno dei tracciati più strani di questo calendario di F1. Una pista cittadina nel centro della capitale dell’Azerbaijan, che però vanta un tratto quasi rettilineo di 2,1 km, oltre un terzo dello sviluppo totale, da percorrere a tutto gas. Qui l’anno scorso venne registrata una velocità di punta di oltre 378 km/h. Quest’anno le monoposto di F1 difficilmente raggiungeranno tali valori, per via del maggior carico e delle ruote più larghe. Ma trovare l’assetto giusto a Baku sarà sempre un esercizio difficile per piloti e ingegneri, che nel decidere il livello di carico aerodinamico ottimale devono bilanciare le esigenze del tratto più lento con quelle del rettilineo. Un circuito così mette a dura prova anche la trazione, nelle curve più guidate ed è impegnativo anche per il recupero di energia.
E anche la città di Baku – proprio come il suo circuito – ha due volti: una dinamica e moderna, l’altra più storica e intima. Il meteo annuncia giornate di sole, con temperature meno soffocanti di quelle italiane di questi giorni. Le gomme scelte da Pirelli sono a mescola medium, soft e supersoft (qui il degrado è maggiore che a Monaco o Montreal).
Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen hanno fatto la stessa scelta di pneumatici: un set di medie, quattro di soft e otto si supersoft. L’anno scorso il tedesco arrivò secondo, mentre Kimi perse il podio per una penalizzazione. La pole 2016 fu di 1’42”758 e ci si aspetta che questo limite venga abbassato sensibilmente.
Redazione MotoriNoLimits