La Citroën C4 Cactus PureTech 110 strettamente di serie impegnata nell’ Avventura Gialla da Milano a Pechino è giunta brillantemente a metà del percorso
entrando in territorio cinese. Lungo i 10.687 chilometri percorsi per arrivare a Kashgar in Cina, l’unconventional crossover ha affrontato diversi fondi stradali, dall’asfalto allo sterrato di ghiaia a quello di sabbia, fino a toccare la neve sugli altissimi passi delle montagne Kirghise. C4 Cactus non ha mai avuto un momento di esitazione, sempre perfetta su tutte le superfici stradali a suo agio grazie al sistema “grip control” che è stato utilizzato nelle sue funzioni sabbi a e neve. La media dei chilometri giornalieri è stata di circa 500 mentre la tratta più lunga di oltre 800 è stata quella kazaka da Aktay a Mukur. Ogni chilometro percorso ha procurato una meravigliosa scoperta e i paesaggi più spettacolari si sono alternati a emozioni derivate da incontri con persone di varie etnie, animali esotici e villaggi e città dalle culture affascinanti. Il percorso ha consentito di attraversare scenari di immensa bellezza che raccontano storie di migliaia di anni a cavallo di due continenti.
Diario di viaggio:
Partenza: L’avvio dell’Avventura Gialla è avvenuta venerdì 28 aprile, dalla storica sede milanese di Citroën Italia di via Gattamelata.
Le magnifiche strade di Grecia
Tratta: Milano, Italia – Monte Olimpo, Grecia
Chilometri di tratta: 1.575
Chilometri dalla Partenza: 1572
Prima tappa gli incredibili monasteri di Meteora, aggrappati sulla cima di pinnacoli di roccia alti decine e decine di metri. La C4 Cactus viaggia sicura sulle strade di Grecia, fino a inerpicarsi sulle pendici ancora innevate del Monte Olimpo, il trono di Zeus!
Mistero e meraviglia sulle piste della selvaggia Cappadocia
Tratta: Monte Olimpo, Grecia – Cappadocia, Turchia
Chilometri di tratta: 1.488
Chilometri dalla Partenza: 3.060
Arriviamo in Cappadocia, regione magica nel cuore della Turchia. Qui la natura si è presa la libertà più assoluta, a migliaia attorno a noi si innalzano torri e guglie dalle forme più strane dove la fantasia dell’uomo ha arricchito il paesaggio crivellando rupi e pinnacoli con aperture che danno accesso a incredibili e misteriose abitazioni e chiese rupestri. Uomo e natura hanno trovato qui un perfetto, meraviglioso connubio. Le antiche piste che con la nostra agile C4 Cactus riusciamo ad esplorare senza problemi sperimentando il suo “Grip Control” sono cariche di fascino e di magia. L’ Anatolia centrale è un luogo incredibile dove bellezze naturali, storie, popoli, religioni, mare e montagne convivono forse più che in ogni altra parte del mondo. Tra deserti assolati ravvivati da scenari di immensa bellezza stiamo attraversando ottomila anni di storia a cavallo di due continenti. Scopriamo un universo romantico e misterioso dove ogni respiro, ogni sguardo, ogni minimo movimento ha ancora il sapore della grande avventura!
L’incredibile Monte Nemrut e il Kurdistan Turco
Tratta: Cappadocia, Turchia – Nemrut Dagi
Chilometri di tratta: 529
Chilometri dalla Partenza: 3.589
Il nostro viaggio non è un rally o una corsa contro il tempo, abbiamo una tabella di marcia certo, ma il nostro scopo è anche la scoperta, per riempirci gli occhi di bellezze e meraviglie. Superando ripidi tornanti di pavé millenario, saliamo fin sulla vetta del Monte Nemrut dove vediamo il sole sorgere sulle enigmatiche statue giganti della tomba di Re Antioco di Commagene. Il Monte Nemrut con i suoi 2.150 metri è il più alto rilievo della Mesopotamia settentrionale ed è stata scelto nel I° secolo avanti cristo da Re Antioco per erigere la sua monumentale tomba: un tumulo di pietra frantumata, di 150 metri di diametro per un’altezza di 50 metri. Alla base tre terrazze formano il santuario; altari e statue gigantesche a creare uno scenario toccante che coglie il suo apice alla luce dell’alba.
Le rive del Mar Nero
Tratta: Nemrut Dagi, Turchia – Batumi, Georgia
Chilometri di tratta: 834
Chilometri dalla Partenza: 4.423
Attraversiamo l’arido altipiano del Kurdistan Turco passando per Erzurum, una cittadina di 400 mila abitanti a 2000 metri di quota e le sue montagne ancora cariche di neve. I colori predominanti sono il giallo ocra del terreno e l’azzurro intenso dei laghi carichi delle acque dell’incipiente disgelo. Scendendo dall’altipiano il clima si fa più mite e la vegetazione più rigogliosa fino a diventare lussureggiante foresta. Poi improvvisamente i rilievi ricoperti di un fitto verde cadono quasi verticali tra le onde, solo una piccola linea di spiaggia di ciottoli bianchi divide mare e montagne. L’attesa al confine è eterna, quasi mezza giornata di sosta forzata. I controlli sono minuziosi, il traffico incredibilmente intenso, ogni veicolo viene fermato e visionato attentamente. Bus turistici, camion carichi di merci, tutti incolonnati in una lentissima progressione per arrivare a Batumi sulle sponde del Mar Nero. Città dalla vocazione fortemente turistica, già dai tempi del blocco sovietico era un’elegante città di villeggiatura, quella “più a sud” di tutta l’Unione Sovietica. E’ stata anche fino a pochi anni fa sede di un’importantissima base navale militare russa, le cui tracce si incontrano ancora evidenti.
Dal Mar Nero al Mar Caspio
Tratta: Batumi, Georgia – Baku, Azerbaijan
Chilometri di tratta: 998
Chilometri dalla Partenza: 5.421
Arrivati a Tiblisi, capitale della Georgia, si è subito catapultati in una vera avventura: il paesaggio, le persone, sono ferme nel tempo. Nessuno parla inglese, ma tutti cercano il dialogo e vogliono aiutarci nel nostro viaggio, cercando di darci informazioni, consigli o semplicemente il loro appoggio nella nostra avventura! La segnaletica è nulla, il paesaggio scorre tra campi coltivati, pascoli, fattorie, improvvisi insediamenti industriali abbandonati. Tiblisi sorge al centro di fitte foreste, poco più di un milione di abitanti, ampi spazi verdi, case basse costruite senza un ordine preciso, il centro fonde stile moderno e neoclassico: la cupola dorata della cattedrale ortodossa è un gioiello che appare illuminato tra i tetti. Si viaggia velocemente fino all’ Azerbaijan, il nome del paese deriva dalla parola Azer, che significa fuoco, venerato come un vero dio dai primi abitanti di questo territorio che lo tenevano sempre vivo in grandi bracieri usando il petrolio grezzo che sgorgava copioso e che oggi rappresenta la ricchezza principale del paese! A Baku futuro e passato si rincorrono senza ordine preciso, arriviamo al tramontare del sole per vedere illuminate le Flame Towers con i loro giochi di luce: simbolo del futuro affacciato suI Mar Caspio, il terzo lago più grande della terra. Al mattino scendiamo al porto, per imbarcarci sulla nave merci che attraversa “regolarmente” l’enorme massa d’acqua che ci separa da Aktay in Kazakistan.
La traversata del Mar Caspio
Tratta: Baku, Azerbaijan – Mukur, Kazakistan
Chilometri di tratta: 400 + 832
Chilometri dalla Partenza: 6.653
Alle prime luci dell’alba saliamo in coperta, sul ponte più alto della nave, siamo al centro del Mar Caspio e circondati da 5 stati dai nomi lontani: di fronte il Kazakistan e poi girando in senso orario le coste del Turkmenistan, dell’Iran, dell’Azerbaijan da dove siamo partiti ed infine della Russia! La navigazione è lenta e tranquilla, il gigantesco lago asseconda placido il nostro passaggio per più di 24 ore di navigazione. Usciti dal porto di Aktai, le strade non sono segnalate, i pochi cartelli sono in cirillico ma fortunatamente troviamo la strada giusta. Passano poche ore ed il sole sorge su un paesaggio desertico, una steppa arida popolata da cammelli liberi al pascolo, improvvisamente siamo sul set di Mad Max.
La solitudine senza fine del Kazakistan
Tratta: Mukur, Kazakistan – Turkistan, Kazakistan
Chilometri di tratta: 1.731
Chilometri dalla Partenza: 8.384
Il Kazakistan si rivela un’unica omogenea distesa dove steppa e deserto si alternano senza soluzione di continuità. Ad interrompere l’ipnotica monotonia qualche cammello errante, posti di controllo, paesi (pochi) circondati da campi coltivati. Scendendo verso sud incontriamo il Lago d’Aral, o meglio quanto ne resta. Delle flotte di pescherecci ora rimangono solo gli arrugginiti scheletri, cimitero di relitti corrosi dal tempo. Il lago d’Aral è vittima di uno dei più gravi cambiamenti provocati dall’uomo: vero mare d’acqua salata, ricchissimo di pesce e risorsa economica e di sussistenza primaria per tutta la zona, a partire dagli anni 60 ha subìto un drastico prosciugamento dovuto allo sfruttamento dei suoi immissari e oggi è ridotto a meno del 10% delle sue originali dimensioni. Il nostro viaggio continua e facciamo tappa a Baikonur, la più vecchia base di lancio al mondo da cui partì il primo Sputnik nel 1957 e da cui fu lanciato nello spazio il primo uomo, Jurij Gagarin, nel 1961. Ancora oggi è una base attiva ed è centro essenziale per le operazioni di routine della Stazione Spaziale Internazionale. All’alba arriviamo a Turkistan conosciuta come la «Seconda Mecca dell’Oriente», con le sue cupole azzurre: il suo splendente mausoleo è meta di pellegrinaggi da parte di tutti i musulmani kazaki e fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Durante tutta la sua storia, Turkistan è stata una città di confine, posta com’è alle frontiere ideale tra le culture perso-islamiche a sud e turco-mongole a nord. Il viaggio continua lasciando le steppe per avvicinarci alle montagne che segnano il confine tra Kazakistan e Kirghizistan.
Dal deserto alle vette innevate del Kirghizistan
Tratta: Turkistan, Kazakistan – Biskek, Kirghizistan
Chilometri di tratta: 723
Chilometri dalla Partenza: 9.107
Dopo 3.500 chilometri di deserti sconfinati attraverso l’immenso Kazakistan ecco apparire le prime vette della catena dell’Alatau, oltre le quali ci sta aspettando il Kirghizistan! Facciamo rotta verso sud ai piedi delle montagne ancora innevate svoltiamo ad est per costeggiarle fino a pochi chilometri da Almaty, la città più popolosa del Kazakistan, ed entriamo finalmente in Kirghizistan. Pochi chilometri e la capitale Biskek ci accoglie. Qui ci dedichiamo allo scialpinismo su alcune montagne del Tien Shan, imponente catena montuosa con vette che raggiungono i 7.000 metri di quota. Ci addentriamo per valli e montagne, dormendo nelle tipiche tende Yurta. Kirghizistan “coast to coast”
Tratta: Biskek, Kirghizistan – Sary Tash, Kirghizistan
Chilometri di tratta: 894
Chilometri dalla Partenza: 10.001
L’attraversata del Kirghizistan da nord a sud, dalla catena montuosa dell’Alatau a quella maestosa del Pamir passando per quella dello Tien Shan, un susseguirsi di pianure, cime innevate e passi arditi che sfiorano i 3.500 metri di quota. Una prova impegnativa per la C4 Cactus. La strada varia, come variano clima e panorama, a tratti è asfaltata, poi sterrata (ma ben battuta), neve e sole cocente si alternano nei due giorni di guida intensa necessari per attraversare il paese! Arriviamo ad Osh, la seconda città di questo paese multietnico per destino geografico e politico: entro i suoi confini vivono chirghisi, uzbechi, tagichi, russi, ucraini, Uiguri, Duncan (Cinesi di credo musulmano) e Coreani deportati qui nel periodo dello stalinismo. Crogiuolo culturale che si respira a pieni polmoni tra le strade del bazar della cittadina. Alle prime luci dell’alba ripartiamo verso sud, seguendo la “Pamir Highway” che collega il Kirghizistan al Tajikistan, salendo fino a 4.000 metri, un test brillantemente superato dai 110 cavalli del motore Puretech di C4 Cactus. Il fianco della valle è dominato dai possenti monti Trans-Alay tra cui spicca il Peak Lenin. Con i suoi 7.134 metri è una meta ambita e mitica per gli alpinisti di tutto il mondo. La C4 Cactus sfreccia sull’altipiano del Kirghizistan meridionale, la Cina è vicina, la grandiosità del Pamir sbarra l’orizzonte. L’ultimo villaggio prima del confine è Sary Tash, altezza 3.500 metri. Siamo a 72 chilometri dalla frontiera cinese circondati da vette che bucano il cielo fino a 7.000 metri di altezza in un regno di serenità e silenzi assordanti.
Il confine cinese
Tratta: Sary Tash, Kirghizistan – Kashgar, Xinjiang, Cina
Chilometri di tratta: 626
Chilometri dalla Partenza: 10.627
All’uscita dal Kirghizistan percorriamo il lunghissimo tratto di terra tra i due confini, poi improvvisa ed immensa la frontiera cinese ci appare all’orizzonte. Il paesaggio è desertico, la luce piatta, il sole filtrato da una nebbia leggera di polvere sospesa che rende tutto velato di un bianco latteo. La quantità di polizia alla frontiera è impressionante. I controlli sono minuziosi e dopo 6 ore di attesa siamo finalmente liberi in terra cinese! A bordo un nuovo passeggero: la guida locale Alan. È proibito circolare senza essere “accompagnati”.
Citroën Italia è partner di Avventura Gialla, che si avvale della collaborazione tecnica di Michelin, Eurorepar e Ciesse Piumini. Michelin CrossClimate+, il pneumatico per ogni viaggio Michelin CrossClimate+ offre sicurezza e motricità in ogni condizione meteo. È la soluzione, semplice ed economica che permette all’automobilista, con un solo treno di pneumatici, di non preoccuparsi delle variazioni meteorologiche per tutto l’anno. Frena su asciutto come un pneumatico estivo e ha una tenuta su strade bagnate eccezionale. Omologato per l’utilizzo su neve, vanta una grande motricità su strade innevate dal primo all’ultimo km. Come da tradizione Michelin dura il 25% in più rispetto alla media dei pneumatici premium All Season del mercato. È disponibile in 32 dimensioni, da 15” a 18”.
Redazione MotoriNoLimits