Non ci si abitua mai. Ma ci sono volte in cui dopo un grave incidente nonostante tutto credi con tutte le tue forze. Quanto vorremmo tutti che Nicky Hayden avesse davanti interventi e una lunga convalescenza, soprattutto quanto vorremmo che ieri su quella maledetta bicicletta non ci fosse mai salito. Poteva stare a casa, recuperare dopo il weekend di Imola, e invece no, allenarsi, allenarsi, allenarsi. D’altronde i piloti, di moto e auto, sono tutti uguali: non li tieni fermi nemmeno se li leghi. Sembra ieri – ed è quasi ieri – l’ultimo round della Superbike a Imola. E adesso è davvero impossibile credere che siamo in attesa di un bollettino medico. Di quelle parole. L’attesa dell’arrivo della sua famiglia in ospedale. Tutti noi sappiamo, probabilmente a molti è accaduto lo stesso nella vita “normale”. Ti chiamano e aspettano che arrivi… Nicky, vorrei fortemente crederci, come ho fatto tante altre volte, anche quando purtroppo non è servito, ma non ci riesco. Mi arrabbio, con me stessa e con te e con la bicicletta e con quella macchina. Con il destino (ammesso che esista) e la vita.
Barbara Premoli