Pirelli ha scelto il MAUTO di Torino per dare il via alla stagione di F1 2017 e festeggiare i suoi primi 110 anni nel motorsport, padrone di casa Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato dell’azienda milanese. Tutto ebbe inizio nell’agosto 1907 quando il principe Scipione Borghese vinse il raid Pechino-Parigi, con un vantaggio abissale sugli altri concorrenti, al volante della Itala gommata Pirelli, che ci ha accolti nel salone del Museo dell’automobile, accanto ad altre protagoniste illustri, che hanno riassunto l’impegno della Casa milanese.“Arrivati per primi a Parigi, due sole ruote sostituite”: questo il testo del telegramma inviato dal principe una volta giunto a Parigi e a pensarci bene sembra assurdo: per quei tempi, per quelle strade, due sole gomme per 16.000 km massacranti per uomini, mezzi e pneumatici. Un’impresa che portò all’attenzione del mondo le doti di prestazioni e sicurezza di un prodotto che divenne noto nel mondo con il marchio della P lunga.
Per Pirelli fu subito chiara l’importanza delle competizioni, palcoscenico di primaria importanza per l’auto e la moto, la tecnica e tecnologia. L’azienda lo intuì già negli ultimi anni dell’Ottocento, quando il fondatore Giovanni Battista Pirelli riconobbe nelle gare motociclistiche un valido banco di prova per il prodotto stradale. Nei decenni, vittoria dopo vittoria e titolo dopo titolo, le corse si sono affermate per Pirelli come il massimo laboratorio di ricerca e sviluppo per i pneumatici stradali. Da qui la scelta di Pirelli di ospitare la presentazione della stagione 2017 in F1 e dare via alle celebrazioni per i suoi 110 anni proprio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, monumento alle quattro ruote a cavallo di due secoli che ospita tra le tante splendide rarità anche la Itala 35/45HP vincitrice a Parigi e che rappresenta l’inizio della storia da corsa di Pirelli firmata P lunga.
Dalla Itala del principe Borghese alla F1 con pneumatici più larghi che scenderanno in pista nel GP d’Australia, gara inaugurale del Mondiale 2017: passato e presente che si fondono e che vedono corse e il prodotto stradale legati in modo sempre più stretto. Una Lamborghini Huracàn GT3 e una Porsche 911S Turbo simboleggiano la vicinanza fra il prodotto P Zero (da 30 anni brand iper-prestazionale) per la strada e i circuiti. A chiudere questa sfilata unica, la Ducati del campionato mondiale Superbike, con il motto We sell what we race, we race what we sell, da anni manifesto di un prodotto che consente alle due ruote di volare in pista, ma che gli appassionati di tutto il mondo possono acquistare nei negozi per garantire massime prestazioni e sicurezza alle loro moto di tutti i giorni.
È questo il concetto alla base del Prestige Pirelli, che oggi gomma il 50% delle auto di questo segmento. Prestige è una filosofia: la missione di Pirelli quale scelta ideale per le auto e le moto più performanti, più affascinanti ed esclusive. I successi nelle competizioni sono il biglietto da visita del prodotto che viene presentato nei P Zero World (il primo inaugurato nel 2016 a Los Angeles), negozi e centri di assistenza mirati alle esigenze specifiche ed esclusive della clientela.
A festeggiare i 110 anni di Pirelli tanti ospiti e amici: dai rappresentanti della Formula 1 (presenti per Ferrari il responsabile sviluppo veicolo Reparto Corse Giacomo Tortora e quello della comunicazione Alberto Antonini e il direttore McLaren Eric Bouiller) e hanno inviato videomessaggi Toto Wolff, Christian Horner, Maurizio Arrivabene e il Campione in carica Nico Rosberg) ad Alessandro Zanardi, pluricampione olimpico e ora tornato al motorport e subito vincitore, ovviamente con Pirelli, a Stefano Domenicali, presidente di Lamborghini il cui marchio simboleggia al meglio la ricaduta tecnica e tecnologica del prodotto Pirelli dalle competizioni alla strada. Ma anche il dottor Costa, Ivan Capelli e Patrick Tambay. Uomini e marchi per ricordare le oltre 2.200 gare e gli oltre 340 campionati (fra auto e moto) che vedono la P lunga protagonista nelle competizioni in tutti e cinque i continenti.
Barbara Premoli