Pilota senza ali – Quella non era la “mia” Formula 1, il nuovo libro di Siegfried Stohr, è stato presentato il 20 dicembre nella sede dell’AC Milano. Pilota e psicologo oppure psicologo e pilota, solo Siegfried Stohr poteva raccontare il mondo delle corse automobilistiche da una prospettiva assolutamente inedita, distaccata e al tempo stesso estremamente coinvolgente, accompagnando il lettore in un viaggio straordinario fra ricordi e riflessioni che lo portano a vivere il mondo delle corse attraverso le emozioni di un pilota speciale con uno stile profondo e piacevole che avvicina il lettore all’abitacolo di una monoposto e al pericoloso mondo della velocità. Siegfried Stohr, che ha corso in Formula 1 nel 1981, dopo alcuni anni nei kart e nelle cosiddette formule minori, oltre che pilota è, come detto, anche psicologo e si trova quindi doppiamente nella condizione di raccontarci dall’interno cosa passi nelle varie situazioni per la mente di un pilota, offrendo al lettore la possibilità di rivivere le emozioni di quell’ambiente e di quegli anni.
«Ho conosciuto Siegfried Stohr attraverso le pagine dei giornali sportivi quando da appassionato di motori e giovane promessa dei go-kart leggevo le gesta dei piloti italiani nel mondo dei motori. Erano gli anni 80 e molti nomi godevano di successi e meritavano titoli cubitali. Impossibile non venire ammaliati dalla fonia del nome Siegfried Stoh e dai colori del suo casco, semplici, ma decisi, così come dai suoi successi in Formula 3 e Formula 2 che gli spianarono la strada verso la Formula 1», ha detto Ivan Capelli, ex-pilota di F1 oggi presidente dell’AC Milano. «La vita ci riserva sempre qualche sorpresa e oggi mi trovo come presidente dell’Automobile Club Milano a partecipare alla presentazione del libro di Siegfried al quale auguro un grande successo perché la vita legata al motorsport non è solo vincere campionati del mondo, ma vivere le sue sfaccettature più articolate. Noi lo abbiamo fatto e Rosberg ne ha dato dimostrazione in queste settimane».
“Arrivato in Formula 1 , pensai che era fatta”, scrive Stohr “ma dentro di me dissi che ci avrei corso solo tre anni, non di più. Chissà perché. Tre anni? Forse avevo già capito che quella non era la mia Formula 1. Era la F1 degli altri. E io rimpiangevo l’ambiente caldo e amichevole delle corse che mi avevano portato fino a lì. Così oggi penso che in Formula 1 non ho mai corso: ci sono solo stato. Ma da qualche parte della griglia, quell’anno, c’ero anch’io”.
Da questa considerazione inizia un viaggio speciale tra ricordi, sogni, riflessioni, aneddoti che ci conduce nel mondo di Stohr, nella sua passione per la velocità (e poi per la montagna e l’alpinismo) nella sua veloce carriera fino all’annata difficile in una F1 lontana dai tempi eroici, ma che mette sempre alla prova un pilota, cioè un uomo, con i suoi limiti, le gioie, le sofferenze, gli entusiasmi, le sconfitte.
«Questo libro si è sviluppato in un mese, poi quotidianamente con l’aggiunta di piccole riflessioni, piccoli affreschi di ricordi. Ogni giorno un fatto apparentemente banale della mia vita ne faceva tornare alla memoria uno della mia carriera di pilota, o quello di un collega» spiega oggi l’autore. «Ho proceduto per catene, anelli ai quali trovavo attaccati altri anelli. Così pian piano toglievo la polvere dai ricordi. Perché la polvere alla fine ricopre ogni cosa. Da bambino mi aveva colpito un brano dell’Ecclesiaste, nella Bibbia: “Vanità delle vanità, tutto è vanità”. Non ricordo chi mi ha letto questa frase, sarà stato a catechismo. Una frase pesante da leggere a un bambino di 10 anni. E che non mi piaceva. Così ho cercato un senso nella mia vita, prima come pilota di kart, poi come psicologo, infine nuovamente come pilota.
Cercare un senso alla propria vita ti dà una direzione, una meta. Equivale a chiederle qualcosa; e anche a dare qualcosa in cambio. Come pilota ho avuto tanto e credo di avere regalato in cambio un po’ di emozioni. Ho scoperto così che se tutto è vanità, è comunque molto bello. Noi non possiamo “allungare” la nostra vita, ma possiamo però “allargarla”. Una vita si allarga quando i nostri piccoli orizzonti trovano nuove dimensioni e il nostro sguardo si posa su nuove opportunità».
Nel volume tante immagini che Stohr ha commentato una a una nel corso della presentazione, facendoci sognare, riportandoci a quei giorni, svelandoci curiosità e dietro le quinte. Tanti i libri che ha scritto finora (“La mia Formula 1”, “Per andare più forte”, “Dove soffia sempre il vento – Come diventare piloti di Formula Uno“, “La guida sicura – Tecnica, psicologia e filosofia della guida“, “Guido Ergo Sum”), mixando alla perfezione passione per le corse e psicologia, ma in questo ultimo volume c’è ancora di più: il racconto di un uomo che è stato ed è ancora pilota, che ama le corse ma che ha saputo prenderne anche le distanze, gettandosi ogni volta in una nuova sfida – l’alpinismo, GuidarePilotare all’Autodromo di Misano (nata nel 1982, la prima scuola di guida sicura in Italia).
La cosa che più ci ha colpiti? Che dell’anno in F1 ha buttato via o regalato tutto, non ha voluto conservare niente. Un taglio netto. E poi il ricordo di quando la mamma l’ha chiamato dal balcone per dirgli che c’era Minardi al telefono… che gli avrebbe detto che non c’era il sedile per lui. Ma la forza dell’uomo Siegfried è proprio questa, ieri come oggi e oggi forse ancora di più: quella luce negli occhi, la forza di reagire e rinnovarsi. A lui il cambiamento non ha mai fatto paura… Consiglio: leggere il libro (e anche gli altri se non l’avete fatto) e anche prendere esempio dall’uomo e dallo psicologo!
Barbara Premoli
Pilota senza ali – Quella non era la “mia” Formula 1 – di Siegfried Stohr – Fucina Editore, 2016 – 240 pagine, 27 foto, formato 15×21 cm, brossura – Prezzo 19 euro, per acquisti online sconto 15% 16,15 euro – www.fucinaeditore.it – Disponibile anche anche su Amazon: