Nel weekend che sta per arrivare le strade strette e imprevedibili di Macao ospiteranno il round decisivo della seconda stagione del TCR International, la giovane serie turismo non targata FIA, capace di attrarre l’attenzione di costruttori e piloti per i costi contenuti e una certa vivacità delle sue corse data dall’assenza delle Case ufficiali dotate di grossi budget e dunque causa di squilibri prestazionali e situazioni di dominio. A contendersi il successo finale malgrado la matematica non abbia ancora del tutto escluso lo spagnolo Pepe Oriola (terzo con 229 punti) e il francese Jean-Karl Vernay (quarto con 223), saranno il campione 2015 Stefano Comini, dotato di un bottino di 245 punti e l’esperto James Nash, andato via da Sepang ad inizio ottobre con un margine di 17 lunghezze sullo svizzero. Un vantaggio di sicurezza se saprà tenersi lontano dai guai e soprattutto qualificarsi bene considerate le difficoltà di sorpasso sul tracciato di Guia.
I PROTAGONISTI DEL DUELLO
Comparando il campionato 2016 dei due piloti, dati alla mano, viene facile definire Nash favorito sia per la regolarità dimostrata, sia per la maggior affidabilità della Seat. Se calcoliamo il numero di podi ottenuti, su 20 manche finora disputate il biondino cresciuto respirando l’aria di Silverstone ci è salito 11 volte. Due sono stati i successi: Gara 2 in Tailandia e Gara 2 in Portogallo. Diversamente mai il britannico, vincitore del BTCC Indipendenti nel 2011 e del WTCC Indipendenti nel 2013, è partito al palo. Le dolenti note invece hanno suonato per lui soltanto in Austria, durante le qualifiche per un guasto alla trasmissione che l’aveva costretto ad accontentarsi della quindicesima casella di partenza e ad Imola, quando in Gara 1 era stato centrato da un avversario mentre procedeva lento a causa di un problema al motore. I danni riportati al posteriore dell’auto si erano rivelati talmente gravi da impedirgli di ripartire al pomeriggio.
Guardando al fronte elvetico le top 3 raggranellate da Comini sono state 9. Primo al traguardo una sola volta in Gara 1 ad Imola, davanti al “suo” pubblico (ha moglie italiana e ha corso nella Formula Junior e nella F. Renault tricolore) il 26enne di Lugano, a differenza del diretto rivale, è riuscito a strappare almeno una pole con annessi 5 punti in Russia lo scorso luglio. All’opposto diversi sono stati i momenti neri. Dal ko alla prima di Sakhir in Gara 2 per un contatto, a quello di Gara 1 in Belgio per noie alla trasmissione, quindi in Germania sempre in Gara 1 per la rottura del radiatore e infine in Austria fortunatamente per lui in prova causa cambio.
LE ARMI A DISPOSIZIONE
Come in ogni duello che si rispetti l’arma è essenziale e in questo caso i piloti potranno contare su mezzi molto simili tra loro in pieno spirito TCR. Due compact car, trazione anteriore, 2 litri turbo, 4 cilindri con cambio sequenziale a paletta 6 marce. Il capoclassifica, al debutto nella categoria l’anno scorso proprio in terra asiatica al volante della Ford Focus della Proteam Racing di Valmiro Mattioli, avrà a disposizione la solida Seat Leon Cupra 280 (al top nella classifica marche con 719 punti contro i 594 della Volkswagen) gestita dal team Craft Bamboo Lukoil di Richard Coleman (al vertice tra le squadre con 580 lunghezze contro le 476 della Leopard) e messa a punto dalla belga WRT, che già aveva preparato l’Audi da lui utilizzata nella Blancpain Endurance Series 2014 e 2015.
A spingere invece l’istrionico driver rossocrociato, dal 2011 impegnato nelle ruote coperte e primo vincitore della serie con la Seat Target Competition, ci sarà la Golf VII della neonata Leopard Racing, scuderia lussemburghese per sponsor, ma di cuore italiano avendo al suo vertice Claudio Berro, ex Lotus e Ferrari F1, e alla direzione sportiva Francesco Napoli. Il recupero certo non sarà semplice e con esso concedere il bis, tuttavia amando in modo particolare la pista asiatica, per sua stessa ammissione, e non avendo l’handicap del balance of performance, il sorpasso potrebbe non essere utopia.
Chiara Rainis