Il 5 aprile 1985, col GP del Brasile, il Circus inaugurava la nuova stagione e Gian Carlo Minardi e il Minardi Team F1 firmavano il debutto in Formula 1. Dopo essersi costruita una buona reputazione in qualità di costruttore nelle formula minori, la scuderia faentina era pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, dividendo il paddock con colossi del calibro di Ferrari, Williams, McLaren, Brabham, Ligier, Renault, Alfa Romeo e Tyrrell. Per il suo esordio Gian Carlo decise di affidare l’unica M185 al giovane Pierluigi Martini. “Venerdì 5 aprile, in occasione delle prime prove libere, avevamo realizzato di essere arrivati in Formula 1. Il sogno era diventato realtà”, ricorda Minardi. Un sogno e un’avventura lunga la bellezza di 21 stagioni durante le quali ha saputo costruirsi una reputazione importante diventando trampolino di lancio per piloti, meccanici e ingegneri. Il primo GP, corso sulla pista di Jacarepagua a Rio, terminò a 20 giri dalla bandiera a scacchi per un problema al motore.
Le soddisfazioni però non mancarono. Nel 1990, a San Paolo, ”Piero” Martini piazzò la Minardi M190 in quarta fila grazie all’ottavo tempo assoluto, chiudendo la corsa nella top 10, al nono posto. Il miglior risultato venne raggiunto l’anno successivo da Gianni Morbidelli che, al volante della Minardi M191, conquistò l’ottava posizione, dopo essere scattato dalla 21°, davanti alla Lotus di Mika Hakkinen e alle spalle della Benetton del brasiliano Moreno. La vittoria andò ad Ayrton Senna (McLaren) davanti a Patrese (Williams) e Berger (McLaren). Erano gli anni delle pre-qualifiche, di un parco macchine composto da quasi 40 vetture e dei punti assegnati ai primi sei classificati.