Quando muore un pilota, parte tutta la retorica legata alle corse e ai loro (reali) pericoli. Ma per Giuseppe Grossi, Pucci per gli amici e per tutto un ambiente da corsa che dagli anni 90 a oggi l’ha conosciuto anche per i suoi successi nei rally, non è andata così. E la modalità della sua scomparsa lascia un vuoto ancora maggiore nel cuore di Pirelli, che l’ha conosciuto bene anche per i tanti rally vinti e campionati conquistati insieme.
Pirelli lo ricorda così, con un sorriso motivato dallo stesso medesimo sorriso con cui lui affrontava quasi tutto. Sei volte campione tricolore rally Terra, nel 2008 trionfatore nell’Italian Rally Challenge e anche questa volta con i pneumatici con la P Lunga, Pucci si autoprendeva in giro dicendo: ‘Sette titoli, proprio come Michael Schumacher’. Scherzava, ovviamente: pur con tanti trofei in bacheca, non è mai stato uno di quelli che si prendeva troppo sul serio. Lo sforzo tecnico e la costante ricerca di miglioramenti nel campo della sicurezza, quelli sì: negli ultimi anni Pucci e il suo co-pilota Alessandro Pavesi (uomo di pubbliche relazioni in campo economico, ma con la stessa passione rallistica del suo pilota nonché con un passato professionale di alto livello nella Comunicazione in Pirelli), si sono spesi in un costante lavoro di formazione dei giovani e di sempre maggiore attenzione alla sicurezza delle gare.
Correre per amore della competizione, non del livello del risultato da inseguire. Correre come stile di vita: ma per amore dell’attività in sé, non per ambizione personale. Pucci Grossi era questo e il mondo lo ricorda così. Pirelli si stringe attorno alla sua famiglia, dalla moglie Sara -anche lei un nome storico dei rally- e si estende a tutto il mondo delle competizioni italiane.