Le bandiere gialle le abbiamo viste tutti e i dubbi c’erano. Ci sono volute tre ore ma alla fine la FIA ha convocato Nico Rosberg, poleman del GP di Ungheria.
Come sapete, il testacoda alla curva 9 di Fernando Alonso nel Q3 at the Hungaroring ha portato alla doppia bandiera gialla: il primo ad arrivare sul posto è stato Lewis Hamilton, in pole provvisoria, costretto a rallentare. Poi è arrivato Rosberg, che ha rallentato ma evidentemente non quanto ha sostenuto il boss Toto Wolff, perlomeno se l’ha fatto l’ha fatto per un periodo più breve. Morale: il tedesco ha fatto il miglior tempo proprio in quel settore, che gli ha permesso di strappare la pole a Hamilton per 0.143 secondi.
Secondo i regolamenti, con doppia bandiera gialla un pilota deve “ridurre in modo significativo la velocità, non superare ed essere pronto a cambiare direzione o fermarsi”. Anche se inizialmente è parso che i commissari non avessero motivo di investigare il fatto, Rosberg è stato convocato tre ore dopo la conclusione della (travagliata) sessione.
E’ stato chiamato per “alleged breach of appendix H, article 2.4.5.1 b) of the FIA International Sporting Code, failure to show for yellow flags“. Rosberg è convinto di aver rispettato le regole. “Era molto chiaro. Sapevo cosa dovevo fare, ho atto quello che dovevo”, ha detto. “Devi rallentare in modo significativo e rallentare. Guido in modo sicuro quando sono in pista quando vedo due bandiere gialle, perché mi aspetto che ci sia un problema. Tutto quello che posso dire è che ho perso un sacco di tempo, non è possibile quantificarlo perché è una sequenza di curve“.
Il boss Mercedes motorsport Toto Wolff supporta il suo pilota. “Quando è arrivato nella zona delle bandiere gialle ha rallentato considerevolmente e perso parecchio tempo. Lo si vede chiaramente dai dati“. Secondo Hamilton, l’incidente presentava parecchie zone grigie: “Occorre chiarire la cosa, noi piloti dobbiamo capire la situazione bandiere gialle perché il modo in cui è scritta non è come viene potenzialmente interpretato, quindi servirebbero dei chiarimenti. Per me nessun dubbio che dovessi rallentare perché Fernando era in pista, mentre quando è arrivato Nico Fernando si era spostato, ma le bamdiere c’erano ancora, quindi era uno scenario diverso. Quando ci sono le doppie bandiere gialle, potrebbe esserci una macchina in pista, non sai cosa c’è dietro la curva e devi essere pronto a fermarti. Nico ha perso solo un decimo in curva, quindi se è quello che possiamo fare in futuro, anche se rallenti e affronti la curva con cautela, allora l’approccio sarà differente. Ma non sono certo che sia il modo più sicuro. Deve essere chiarita la cosa per noi perché non si tratta solo della nostra sicurezza, potrebbe esserci una macchina o un commissario in pista“.
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— Sky Sports F1 (@SkySportsF1) 23 luglio 2016
Il discorso di Hamilton secondo noi non fa una grinza: occorre un chiarimento. E’ assurdo e ridicolo che in F1 ci siano però queste ombre e che la convocazione arrivi tre ore dopo. Evidentemente a qualcuno questa cosa non è andata giù. E giustamente. Perché diciamola tutta: Wolff sarebbe stato così assecondante se a fregare la pole a Hamilton fosse stato il pilota di un altro team e non Rosberg? Non crediamo proprio… E se a piantare casino fosse stato proprio Lewis avrebbe fatto non bene ma di più. Perché si parla tanto di sicurezza ma le regole non sono uguali per tutti. Tanto poi se succede qualcosa, se muore qualcuno, la colpa è sempre del pilota morto, no? Jules Bianchi insegna. Per la FIA è stato lui a non rallentare con le bandiere gialle. E anche a mettere lì il trattore e a infilarcisi sotto. Restiamo in attesa della decisione che speriamo arrivi prima della gara di domani…
Barbara Premoli