Alla vigilia del GP d’Austria, torniamo a parlare di F1 attuale, dopo il tuffo nel passato con l’Historic Minardi Day di Imola. Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente tutti per la partecipazione numerosa sia nel paddock sia sulle tribune: è stato veramente emozionante constatare quanto sia ancora viva la passione per il Minardi Team.
Arriviamo in Austria, su un circuito storico che ha saputo adeguarsi ai nuovi standard crescendo in maniera esponenziale, riavvicinando fortemente il pubblico pronto a invadere i prati con tende passando il fine settimana mangiando e bevendo in compagnia. Coi suoi 4.326 metri è un tracciato corto, ma impegnativo soprattutto per la prima curva, molto insidiosa. Storicamente è movimentato anche dalle condizioni atmosferiche e le giornate di sabato e domenica potrebbero non uscire indenni da acquazzoni.
Mercedes ancora da battere, con una Ferrari alla ricerca della sua identità, una Red Bull che spesso non capitalizza il suo potenziale e una Williams che va a corrente alternata. Il nuovo asfalto potrebbe rappresentare un’incognita in più sul fronte dei pneumatici. La Pirelli porterà soft, supersoft e ultrasoft. Analizzando le scelte dei team si notato già delle differenze: in casa Mercedes Hamilton e Rosberg hanno optato per 8 mescole ultrasoft, contro le 9 di casa Ferrari. Strategia diversa per Ricciardo e Verstappen che avranno a disposizione solamente 7 set di ”viola”.
Restando in casa RBR, mi ha stupito la conferma dei due piloti per le prossime due stagione. Una scelta che sbarra la strada agli alfieri di casa Toro Rosso, modificando la linea seguita fino a oggi. Un segnale di allontanamento nei confronti della scuderia satellite? Viste le difficoltà di alcuni team, Sauber e Force India in primis, Ecclestone vorrebbe rivedere la spartizione dei diritti televisivi. Ancora una volta tanti temi. Non resta che metterci comodi a guardare cosa accadrà.