Contro ogni regola del giornalismo, questo pezzo lo scrivo in prima persona. Perché è il momento del MinardiDay, dell’Historic Minardi Day, e c’è attesa ed emozione. Perché per me Minardi è sempre stato speciale. Gian Carlo è speciale, il suo team, il suo staff, i suoi piloti lo sono stati. Per me è stato “casa” quando ho mosso i primi passi in un mondo diciamo non facile, capitato per caso. Ho accettato una sfida e mi sono tirata addosso tante di quelle disgrazie e casini e fatiche che ve li raccomando. Ma anche grandi gioie, scoperte, occasioni di crescita, umana e professionale.
Non sapevo come muovermi al mio primo GP, proprio a Imola, nel 2000 e Gian Carlo, trovandomi fuori a mangiare un panino da sola mi prese e mi portò nel motorhome dicendo “Questa sarà sempre la tua casa“. Conservo ancora il pass per accedere ai box e ricordo ancora il GP del Canada, la gara, seguita proprio dal garage… i pitstop… il lavoro dei ragazzi… ascoltare con le cuffie le conversazioni tra muretto e piloti. Un GP freddissimo e io con abbigliamento primaverile… ma ci pensarono i “Minardi boys” a salvarmi, dandomi felpe e giacconi (di 8 taglie più grandi ma caldissime!).
Penso a Minardi e mi tornano in mente i punti di Mark Webber al debutto in Australia e la festa… ma soprattutto l’esperienza sulla biposto. Sono andata a sfogliare la raccolta ed eccolo quell’articolo. Ricordo Jarno Trulli che qualche giorno prima mi disse “Vai, perché questa esperienza ti farà capire tanto di noi, di cos’è davvero la Formula 1“. Fu proprio così. La F1 è più veloce del pensiero… vedi una curva e l’hai già superata… senti ogni organo interno… capisci che i piloti sono esseri speciali. Gian Carlo mi fece vivere questa esperienza due volte: questa che leggete e vedete qui, con Christian Albers a Misano, e quella con Matteo Bobbi a Imola. Per la prima ero preparata spiritualmente, la seconda fu una sorpresa. E di giri me ne fece fare 7, non 3… ma senza dirmelo prima! Quando uscii dalla monoposto il dottor Carrieri mi inseguiva per prendermi i parametri e io volevo uccidere tutti! Anche perché l’amico Matteo fece esattamente quello che gli avevo chiesto: “Guida come se io non ci fossi“.
Con Gian Carlo ci si sente sempre, ma domani e sabato sarà il ritorno a casa, si riformerà la squadra. Questo è il mio modo per dirgli pubblicamente grazie. Grazie per avermi accolta, per avermi insegnato tanto, per avermi fatto girare in pista su una F1 portando con me Michele Alboreto, nel cuore e col suo casco, regalo del fratello Ermanno. Grazie per gli ultimi test a Monza, quando ha spalancato il motorhome a papà a pochi giorni da un intervento, perché potesse riposarsi se ne avesse avuto bisogno. E grazie per il MinardiDay, che sarà memorabile e farne parte di più, come ogni attimo che abbiamo vissuto insieme dal 1999 a oggi.
Quindi amici poche storie: tutti a Imola sabato 25 giugno, dalle 9.00 alle 18.30. Non potete mancare… ci vediamo là, vi aspetto! Ma soprattutto vi aspetta Gian Carlo Minardi! PS: tenetevi forte… perché è un pezzo serio, ma c’è da ridere! Ah, le scansioni non sono nel solito stile-psicopatico-Premoli-tutto-dritto-e-allineato. Ma qui conta la sostanza, come in Minardi!
Barbara Premoli