60 vetture al via, suddivise in 4 classi differenti, parteciperanno all’84° edizione della classica 24 Ore di Le Mans, la più prestigiosa gara di endurance al mondo. Per Le Mans, l’attenzione dei tecnici Brembo si è focalizzata sulla tecnologia legata alla leggerezza degli impianti frenanti, all’elevata rigidezza e affidabilità grazie soprattutto al fatto che il materiale d’attrito dell’Azienda italiana, se impiegato nelle corrette condizioni di utilizzo, dura per l’intera competizione, senza necessità di sostituzione.
La gara si corre dal 1923 sul circuito semi-permanente de la Sarthe, caratterizzato da frenate impegnative, soprattutto in prossimità delle due chicane che dividono il lungo rettilineo di Mulsanne, dove però gli impianti hanno la possibilità di raffreddarsi; risulta dunque fondamentale per i team riuscire a garantire che l’impianto resti sempre all’interno del corretto range di temperature di esercizio.
Sulle vetture LMP1 e LMP2 il materiale d’attrito è il carbonio. I dischi hanno all’anteriore un diametro che varia da 320 mm a 370 mm; mentre al posteriore sono di dimensioni inferiori, da 320 mm a 350 mm, con spessori di 30 o 32 mm. Il numero dei fori di ventilazione dei dischi va da un minimo di 36 a un massimo di 430, con un range di utilizzo tra i 350 e gli 800 gradi. La differenza più significativa tra le due classi relativamente all’impianto frenante è nel materiale delle pinze a 6 pistoni, dove, per ragioni regolamentari volte a favorire la riduzione dei costi, in LMP2 è limitato l’uso della lega di alluminio-litio, utilizzata nella classe superiore, ricorrendo quindi all’utilizzo dell’alluminio standard.
Brembo inoltre sviluppa le campane freno, elemento che collega il mozzo al disco, utilizzando due materiali e tecnologie differenti a seconda delle classi: in LMP1 sono in titanio, con un trascinamento “spline”, che ricorda da vicino quello utilizzato sulle vetture di F1; mentre in LMP2 si utilizza l’alluminio, con fissaggio “a bussole”, come sulle vetture da competizione tradizionali.
Nelle classi GTE, invece, le vetture utilizzano dischi “baffati” in ghisa, con diametro di 380 o 390mm all’anteriore e 332-355mm al posteriore, in entrambi i casi accoppiati con pastiglie a base ceramica.
Per i dischi in carbonio la principale incognita è data dalla temperatura d’esercizio, che non deve scendere mai sotto i 350 gradi centigradi; eventualità tutt’altro che remota soprattutto nei lunghi rettilinei in condizioni climatiche avverse. In questo caso i problemi legati all’eccessivo raffreddamento e alla cosiddetta “vetrificazione” (glazing) del materiale d’attrito non solo possono compromettere l’efficacia della frenata, ma possono determinare un consumo eccessivo del disco freno per effetto dell’usura meccanica.
Per far fronte a queste problematiche Brembo mette a disposizione dei team un materiale d’attrito caratterizzato, oltre che da un’usura estremamente ridotta, anche da una più efficace conducibilità termica. Questo materiale garantisce ottimi warm-up, cioè massima rapidità nel raggiungimento della temperatura d’esercizio più efficiente; ampio range di utilizzo, sia in termini di pressione sia di temperatura, e una risposta in attrito molto lineare. Tutte caratteristiche che consentono al pilota la perfetta modulazione dell’impianto frenante. L’usura incredibilmente bassa permette inoltre di mantenere le prestazioni inalterate e ripetibili da inizio a fine gara.
I dischi freno in ghisa, invece, non richiedono temperature minime d’esercizio e quindi risultano immediatamente efficaci anche a basse temperature. Tuttavia, la ghisa è un materiale particolarmente sensibile agli shock termici, per cui per i dischi in ghisa il pericolo maggiore è la formazione di cricche, dovute proprio alla rapida alternanza di basse e alte temperature dei dischi nei rettilinei e nelle brusche staccate. Delle 32 vetture iscritte nella categoria LMP, che si contenderanno la vittoria assoluta, 28 sono equipaggiate con prodotti Brembo, forniti anche a 24 delle 27 vetture della categoria GTE.
LE FRENATE PIU’ IMPEGNATIVE
Delle 11 frenate del Circuit de la Sarthe 6 sono classificate dai tecnici Brembo come altamente impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e 1 sola è light. La più impegnativa è quella alla Forza Chicane: le LMP1 vi arrivano a 333 km/h e frenano per 3,21 secondi, percorrendo nel frattempo 195 metri per scendere a 111 km/h. I piloti esercitano una forza sul pedale di 105 kg ed affrontano una decelerazione di 3,21 g. Con le LMGTE Pro invece la velocità di punta è “solo” di 296 km/h, perché le auto sono meno potenti, più pesanti e non dispongono dei freni in carbonio.
Anche la successiva frenata, la Michelin Chicane è impegnativa per i freni: le LMP1 passano da 327 km/h a 102 km/h in 2,6 secondi, durante i quali percorrono 174 metri. Decisamente più lunga la frenata delle LM GTE Pro: 309 metri per passare da 290 km/h a 97 km/h in 5,4 secondi.
Tra le frenate più stressanti per l’impianto frenante va annoverata quella delle Ford Chicanes: per le LMP1 è quella che presenta il maggior utilizzo temporale dei freni, ben 5,5 secondi, e il massimo spazio di frenata, addirittura 269,4 metri. Il carico sul pedale è invece di 88 kg e la decelerazione di 2,07 g. All’opposto, per le LM GTE Pro lo spazio di frenata è più contenuto rispetto ai prototipi, perché arrivano meno veloci: soli 183 metri, perché la velocità all’inizio frenata è di 257 km/h e quella alla fine di 97 km/h.
Delle frenate di media difficoltà la più rilevante è quella alla curva Mulsanne: le LMP1 subiscono un calo di velocità di quasi 220 km/h, il più alto del tracciato, scendendo da 321 km/h a 86 km/h. La decelerazione media è di 3,01 g e la frenata si protrae per 188 metri. Le LM GTE Pro invece passano da 281 km/h a 80 km/h in 310 metri.
La frenata alla Maison Blanche, prevede invece un modesto ricorso dei freni: le LMP1 passano da 264 km/h a 221 km/h in 1,5 secondi, mentre le LM GTE Pro da 217 km/h a 193 km/h in 2 secondi. Pur sembrando frenate modeste, superano però entrambe i 100 metri di lunghezza: 105,5 metri le LMP1 e 107 metri le LM GTE Pro.
VITTORIE BREMBO
I prototipi con freni Brembo hanno vinto 24 delle ultime 27 edizioni della 24 Ore di Le Mans. Il costruttore più vincente con Brembo è Audi, vincitore di 13 gare, seguito da Porsche con 5. Anche Peugeot, McLaren, Mazda e Mercedes hanno trionfato alla 24 Ore di Le Mans servendosi di Brembo. Il pilota più vincente è il danese Tom Kristensen, trionfatore in 8 edizioni, sempre con freni Brembo.
Redazione MotoriNoLimits