Una settimana dopo il GP, torniamo a Monaco per svelarvi un dietro le quinte insolito che riguarda un membro dello staff Pirelli. A fine gennaio Max Damiani, che dirige lo staff scelto di 11 ingegneri di pista Pirelli assegnati a ciascun team di F1, è andato da Barcellona a Montecarlo in un’avventura che aveva sempre sognato: il Monte Carlo Historic Rally. Perché Barcellona? Fino al 1997, il Monte Carlo Rally da tradizione prendeva il via con il ‘Concentration Run’ – tutti i partecipanti partivano infatti da ogni punto d’Europa per convergere (in inglese “rally”) su Montecarlo. Ed è da questo che lo sport ha preso il suo nome. Fino al 1965, il Concentration Run assegnava persino dei punti. Oggi è usato solo per la rievocazione storica del rally, come ricordo romantico di un’epoca passata.
Assieme a più di altri 100 iscritti, un freddo venerdì sera Max è partito dalla celebre Placa de Catedral di Barcellona al volante di una Abarth A112 di 40 anni fa (in specifica originale Abarth A112 Trophy) dotata di pneumatici stradali invernali Pirelli. Dimensioni: 13 pollici, esattamente come quelli in Formula 1. Ma come sottolinea lo stesso Max, è l’unica cosa che la sua macchina avesse in comune con la Formula 1. O forse non del tutto. Dopo 25 epiche ore di guida, coprendo 1.200 chilometri e salendo lungo strade impervie di montagna di notte, Max è finalmente arrivato a Montecarlo, dove il parco chiuso del rally era situato nel posto che adesso ospita gli edifici dei box. “Quindi potrei aver parcheggiato la mia A112 nel stesso posto in cui Sebastian Vettel mette la sua Ferrari!”, dice ridendo.
Ma l’estenuante viaggio da Barcellona a Montecarlo era solo l’inizio. Lo aspettavano all’incirca altri 2.700 chilometri, su tappe classiche come il Col du Turini: che per un appassionato di rally è come Graceland per i fans di Elvis Presley. “Era sempre stato il mio sogno fare il rally storico di Montecarlo e percorrere una di quelle tappe”, dice Max, il cui ruolo lo porta a tutti i gran premi e ai test, oltre che a diversi altri eventi. Ma i circuiti non sono mai stati il suo primo amore nel motorsport. “Sono un rallysta nel cuore, in prestito alle gare in circuito”, tiene a sottolineare Max. “Quindi realizzare il mio sogno dopo così tanti anni di attesa è stata un’esperienza unica”.
Max e il suo co-pilota Matteo non solo hanno portato a termine la loro missione, ma l’hanno fatto con stile: si sono classificati 23° e secondi di classe sui 258 equipaggi al traguardo dei 314 che hanno preso il via. Questo notevole numero di iscritti sottolinea la crescente popolarità del rally storico, cui Pirelli fornisce un’ampia gamma di pneumatici specifici.
Degno di nota, il set di pneumatici invernali Pirelli di Max ha coperto l’intero percorso, in molteplici condizioni, dall’asfalto asciutto al ghiaccio e alla brina, oltre a pioggia e nevischio. “Abbiamo incontrato praticamente ogni tipo di condizione meteo a parte la neve spessa”, racconta Max. “Non sapevi mai cosa aspettarti. La lezione che ho imparato è questa: che si tratti di pista o di una tappa del rally, Monaco è la vera ruota della roulette“.
Redazione MotoriNoLimits