Il pilota della Red Bull Racing Daniel Ricciardo ha fatto buon uso del nuovo motore Renault conquistando il miglior tempo nelle FP2 del GP di Monaco, di 0.6s più veloce della Mercedes di Lewis Hamilton, secondo classificato. A inizio sessione a dettare il passo è stata la Mercedes di Nico Rosberg (1:16.694) sulle supersoft prima che Hamilton battesse il compagno di squadra con un giro in 1:15.489, sempre su supersoft.
Problemi per Romain Grosjean, invece, che ha perso il controllo della sua Haas all’uscita del tunnel ed è finito contro le barriere sul lato destro all’approccio alla Nouvelle Chicane. A 15 minuti dall’inizio della sessione Ricciardo ha iniziato a mostrare le sue carte, conquistando il primo posto con un tempo di 1m15.315s sulle ultrasoft, prima di limare altri 3 decimi nel giro successivo.
E’ toccato poi a Rio Haryanto avere problemi, dopo aver perso il controllo della Manor sempre all’uscita del tunnel, ma con un impatto decisamente più violento di quello di Grosjean ma fortunatamente l’indonesiano ha comunicato subito via radio che stava bene.
Il duo Mercededs è poi passato alle ultrasoft e sia Hamilton sia Rosberg hanno recuperato, con l’inglese che ha fatto un tempo di 1:15.213, a 0.2s da Ricciardo e Rosberg ad altri 3 decimi. Ma l’australiano non aveva alcuna intenzione di cedere il posto e ha messo a segno l’1:14.607 finale (unico nell’1.14 nella seconda sessione).
Quarto posto per il compagno di squadra di Ricciardo e vincitore di Barcellona Max Verstappen, che non ha sulla sua monoposto la versione aggiornata del motore Renault e ha chiuso a quasi un secondo dal leader, precedendo di 2 decimi la Toro Rosso di Daniil Kvyat e quella di Carlos Sainz.
Settimo Kimi Raikkonen davanti alla Force India di Sergio Perez, in un pomeriggio difficile per la Ferrari: il finlandese è a 1.4s da Ricciardo, con Sebastian Vettel 9°, dopo un testacoda alla Mirabeau a metà sessione, in cui ha danneggiato l’alettone posteriore, e poi ha toccato le barriere alla Ste Devote nelle fasi finali. A chiudere la top 10 la McLaren di Jenson Button.
Barbara Premoli