“Partito dalla Trieste del dopoguerra, dai dolori e i lutti della Trieste del dopoguerra, Mario Andretti diventa un grande pilota e vince corse diverse tra loro in due continenti: negli Stati Uniti e in Formula 1”. Così Enrico Ruggeri annuncia in video la puntata di oggi, giovedì 21 aprile, de Il Falco e il Gabbiano in onda alle 15.30 su Radio 24.
Mario Andretti è un pilota americano che è riuscito a vincere competizioni su auto diverse, in diverse categorie e che appartiene a quella generazione in cui correre significava sfidare la morte ad ogni curva. Pilota americano, dicevamo, ma, come si capisce dal nome, il viaggio di Andretti parte in realtà dall’Italia. Un’Italia diversa, con confini diversi da quelli di oggi, in cui l’Istria fa ancora parte del territorio italiano. È qui, in una cittadina chiamata Montona, che il 28 febbraio del 1940 nascono due gemelli, Aldo e Mario Andretti. Sono gli anni della guerra e poi dell’annessione dell’Istria alla Jugoslavia. La famiglia Andretti, come decine di migliaia di suoi connazionali, è costretta ad abbandonare tutto quello che ha e si trasforma in una famiglia di profughi.
Una situazione di stallo che va avanti fino al 1955, quando finalmente la famiglia Andretti riesce ad ottenere un visto per gli Stati Uniti e prova a costruirsi un futuro migliore. Mario ha già quindici anni e in casa sua fino a quel momento non c’è mai stata un’automobile. Ma nel settembre del 1954, prima di trasferirsi in America, Mario viene accompagnato con il fratello a Monza e assiste al Gran Premio di Formula Uno. Lì vede correre il suo idolo, Alberto Ascari, Campione del Mondo con la Ferrari, e lì il piccolo Mario capisce che ha un sogno da inseguire: guidare anche lui nel circuito di Monza.
Negli Stati Uniti Mario comincia a correre nelle gare sterrate di Stock Cars con una macchina che si è costruito da solo. Passa poi alla categoria Sprint e a quella delle Midget, dove le auto corrono su piste ovali sterrate. È un lento avvicinamento quello delle 500 miglia di Indianapolis, il sogno di ogni pilota americano. Ma anche Indianapolis è solo la prima tappa di un viaggio che porta Mario Andretti a correre in tutte le categorie e in tutti i continenti, fino a diventare Campione del Mondo in Formula Uno con la Lotus e chiudere la carriera con una gara a Monza, su una Ferrari. Per l’ascolto: www.radio24.it
Redazione MotoriNoLimits