Il team rivelazione di questo inizio di stagione è certamente la Haas, la compagine statunitense che nei primi due GP è stata in grado di mettere insieme 18 punti
grazie a un quinto e sesto posto di Romain Grosjean in Bahrain e nella gara inaugurale in Australia. Un bottino che posiziona la scuderia al 5° posto, alle spalle di Red Bull e a sole due lunghezze dalla Williams, con Grosjean a pari punti di Kimi Raikkonen. Un palmarès che poteva essere anche più importante senza il doppio zero di Gutierrez, rallentato da problemi a Sakhir e dal tamponamento subito da Fernando Alonso a Melbourne.
Come aveva già anticipato Gian Carlo Minardi nel videoclip post-gara “Stiamo entrando in un territorio pericoloso per la F1. Stanno riscrivendo la definizione di ‘Costruttori’. Christian Horner e Pat Symonds si sentono minacciati e puntano il dito verso il nuovo modo di fare F1: “A Sakhir sono stati molto veloci e la loro strategia ha funzionato molto bene. La VF-16 è veloce e solida. La Ferrari dello scorso anno sembra ancora molto competitiva”, ironizza il team principal Red Bull. “Facendo come Haas andiamo verso una F1 sempre meno appannaggio di costruttori e telaisti. Indubbiamente hanno operato molto bene agendo nella legalità. Ma è la direzione giusta? Non ne sono così certo”, commenta il direttore tecnico della Williams.
Dello stesso parere anche il manager faentino che torna sull’argomento, approfondendo quanto accennato dopo il GP del Bahrain che ha visto Grosjean chiudere davanti alla Toro Rosso di Verstappen, alla Red Bull di Kvjat e alle due Williams: “Se il futuro è quello di avere tre, quattro o cinque costruttori/telaisti, allora il Mondiale Costruttori deve essere aperto solamente a loro. Non credo sia corretto spartire la ”torta” dei diritti anche con gli assemblatori. In questo momento il team Haas non è un costruttore, poiché vedo troppi pezzi intercambiabili”. Niente di nuovo comunque poiché questo scenario si era già presentato nel 2005: “La Scuderia Toro Rosso, all’inizio della sua avventura, era un clone Red Bull. Poi la Williams, che è anche quotata in Borsa, ha fatto valere la definizione di Costruttore e proprietà intellettuale. Si è fatto un passo indietro e, con fatica, si sono resi nuovamente autonomi”.
“La Ferrari comunque è stata molto abile a giocare sui buchi di regolamento facendo scelte, sulla carta, molto apprezzabili che potrebbero aprire a nuovi scenari con Sauber e Force India destinate a scomparire poiché non più commerciabili. Con l’ingresso degli assemblatori, il valore del team in qualità di costruttore viene a mancare. La Mercedes potrebbe invece rafforzare la collaborazione con Manor, mentre la Red Bull dovrà trovare un costruttore” prosegue Minardi “Hanno sempre dichiarato di essere in F1 per vincere. Di conseguenza sono abbastanza certo che si stiano guardando intorno”.
Redazione MotoriNoLimits