Vincendo il GP del Bahrain Nico Rosberg allunga il suo vantaggio in Campionato, conquistando la 16° vittoria in carriera e la 5° consecutiva, la seconda della stagione. La soddisfazione del primo successo del tedesco qui a Sakhir è completata dal terzo posto del compagno di squadra Lewis Hamilton, che è riuscito a recuperare nonostante una partenza disastrosa e un contatto con Bottas al primo giro (un incidente di gara, ma i commissari hanno ritenuto colpevole il finlandese, punito con un drive-through). Ottimo secondo posto per la Ferrari di Kimi Raikkonen, a 10 secondi dal leader, che compensa la delusione del ritiro di Sebastian Vettel nel giro di formazione per un problema al motore (vista la fumata bianca).
Dopo i problemi con l’anti-stallo al via del giro di formazione, Rosberg è partito alla perfezione passando Hamilton che partiva dalla pole (e che ha ammesso di doversi esercitare con le partenze… forse era meglio quando tutto era automatico), chiudendo a 10.2 secondsi dalla SF16-H di Raikkonen. Nonostante la brutta partenza, Hamilton era secondo alla curva 1, prima del contatto con Bottas che l’ha fatto scivolare in 9° posizione. Nonostante l’ala danneggiata è riuscito a continuare, risalendo il gruppo fino al terzo posto, a 17 punti da Rosberg.
Anche Raikkonen ha recuperato da una brutta partenza, piazzandosi in un’ottima seconda posizione, anche se nelle fasi finali non aveva il passo per mettere pressione al leader della gara. Decisamente no la giornata di Sebastian Vettel, col motore ko nel giro di formazione, prima volta in cui il tedesco non prende il via di una gara in 160 GP.
Ecco cos’ha dichiarato ai microfoni di Sky subito dopo il ritiro: “Non molte sensazioni, c’è stato un guasto, ho visto che c’era molto fumo, ho perso potenza, quindi abbiamo deciso di tornare ai box. Non ho neanche versato una goccia di sudore, non sono nemmeno partito, sicuramente è frustrante non poter gareggiare. Spero però che il motore stia ancora bene, sarebbe la cosa più importante, ripartiremo. Ovviamente non è ideale come partenza, ma stiamo spingendo, sappiamo di poter ancora migliorare. Di certo, quella di oggi non è una buona notizia, ma dobbiamo aspettare e vedere per capire se è successo qualcosa al motore o se c’è qualcos’altro. Ma è la vita a volte. È frustrante, ma cosa ci puoi fare?”.
Romain Grosjean ha proseguito l’ottimo inizio di stagione e di storia della Haas con uno splendido 5° posto, grazie a una strategia di tre stint sulle supersoft, alle spalle della Red Bull di Daniel Ricciardo. Grazie all’ultima parte di gara sulle supersoft, Max Verstappen è riuscito con la sua Toro Rosso a passare la Williams di Felipe Massa conquistando il 6° posto, con la Red Bull di Daniil Kvyat 7° dopo aver a sua volta passato il brasiliano nel penultimo giro. Nelle prime fasi Massa era secondo dopo una partenza super, ma è scivolato nel gruppo per la strategia di due soste scelta dal team con sue stint sulle medie, chiudendo 8°. Nono il compagno di squadra Bottas (che ha anche subito la penalità), con l’ultimo punto al debuttante della McLaren Stoffel Vandoorne, autore di una gara aggressiva e perfetta, specie se ci considera che ha dovuto sostituire al volo Fernando Alonso, senza preavviso né preparazione né aver mai guidato la MP4-31.
Undicesimo Kevin Magnussen (partito dalla pitlane), davanti alla Sauber di Marcus Ericsson, che ha battagliato a lungo con il compagno di squadra Felipe Nasr, entrando persino in contatto nelle prime fasi. Lo svedese ha chiuso 12°, con Nasr 14°, dopo essersi più volte lamentato via radio che “la macchina è terribile da guidare”. Ottimo 13° posto per la Manor di Pascal Wehrlein con le Force India di Sergio Perez e Nico Hulkenberg 15° e 16°.
Gara da dimenticare in fretta per Carlos Sainz Jr a causa di una foratura causata da un contatto con Perez e poi costretto al ritiro (ma vittima anche di un pitstop terribile). Se Grosjean è arrivato a punti per la seconda gara consecutiva con la Haas, niente da fare per Esteban Gutierrez che era a punti alle spalle di Grosjean prima di rientrare ai box e ritirarsi. Stessa sorte toccata a Jenson Button per un problema (guarda caso) all’ERS della sua power unit e al pilota della Renault Jolyon Palmer, rientrato ai box nel giro di formazione per un problema idraulico.
Conclusioni? Inutile girarci attorno: problemi di affidabilità in Ferrari ci sono, due ritiri in due gare (e portare entrambe le macchine al traguardo e possibilmente davanti è cruciale per cercare di dare filo da torcere alle Mercedes). Non è stata una gara noiosa, di azione ce n’è stata e abbiamo assistito ai miracoli di macchine che sono arrivate al traguardo nonostante parti aerodinamiche di ogni genere esplose nei contatti al via e in gara, detriti che non hanno procurato i danni che ci pensava potessero causare. Merito dell’azione sicuramente ai regolamenti 2016 per i pneumatici: la possibilità di scegliere diversifica le strategie e porta colpi di scena, il che in questa F1 confusa non è male. Bene la Red Bull (anche se il motore si chiama TAG Heuer sempre Renault è…), delusione Sauber. Sulla Mercedes ormai non ci sono più parole, dicono tutto i fatti. E onore al merito ai piccoli che si impegnano e spingono di brutto, Manor, Haas, Vandoorne, Grosjean, Wehrlein. Ma un premio speciale noi in questo GP del Bahrain (dall’atmosfera sempre unica e magica, sarà per il sederto, per le luci, per i fuochi artificiali a tonnellate alla fine) lo diamo a Fernando Alonso, spettatore silenzioso, che ha dovuto assistere persino al debutto in F1 di un giovane che sulla sua monoposto si è portato a casa un punto… Adesso conta solo riprendersi (alla faccia di chi lo voleva in macchina dopo i postumi di Melbourne… Dennis stavolta ha sbarellato), poi quella McLaren tornerà a essere sua, come ha fatto presente a Johnny Herbert con ua risposta per noi assolutamente a tono.
Barbara Premoli
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