con l’Italia che ha avuto il ruolo di pioniere portando nei circuiti il primo Campionato nel 2014. Anello di unione tra le due serie sarà la F3 FIA European, che proprio negli ultimi anni è riuscita a canalizzare l’attenzione portando alla ribalta nomi importanti come Max Verstappen, Stefano Ocon nonché i nostri Antonio Giovinazzi, Raffaele Marciello, Antonio Fuoco e Alessio Lorandi.
La vera rivoluzione avverrà nel 2017 con le nuove monoposto che dovrebbero impegnare maggiormente il pilota per esaltarne le qualità tecniche. Negli ultimi anni la GP2 Series non è più riuscita a portare i suoi campioni nel Circus, vero obiettivo iniziale. “La FIA sta provando a rimpossessarsi dei suoi marchi storici, per ricreare una filiera che ha nella F4 il primo tassello, per arrivare alla F2, passando per la F3 internazionale che sta vivendo un momento di auge importante”, commenta Gian Carlo Minardi su www.minardi.it
La rivoluzione potrebbe però non fermarsi. Visto il grande successo riscosso dalla Formula 4 in tutto il territorio europeo, è al vaglio l’ipotesi di creare un gradino intermedio: “Si sta studiando una Formula 3 nazionale come anello di congiunzione tra la F4 e la F3 Internazionale”.
Gian Carlo Minardi ha costruito gran parte del suo know-how da costruttore partecipando al Campionato di Formula 2 dal 1974 al 1984, prima con la Scuderia Everest e successivamente col suo Minardi Team, arrivando dalla Formula Italia e Formula 3. “In quegli anni la Formula 2 era un campionato ad altissimo livello con cinque-sei costruttori di telai, quattro-cinque fornitori di motori e due-tre di pneumatici e gare formate da piloti impegnati nel mondiale di Formula 1 e giovani che scalpitavano per mettersi in mostra. Chi faceva bene in F2 arrivava poi in F1 come Martini, Nannini, Alboreto e molti altri”, analizza il manager faentino che pone l’accento proprio sulla mancanza di costruttori, al di fuori di Dallara. “Quello che manca oggi è proprio una concorrenza tra i vari costruttori. La nuova Formula 2, purtroppo, sarà solamente un monomarca sul fronte telaio, motore e gomme. Questi scenari sono frutto delle scelte passata della Federazione. Ha voluto trincerarsi dietro una riduzione dei costi che in realtà non è avvenuta. Così facendo sono venuti a mancare tutti i costruttori importanti che hanno reso grande questo sport come Lola, March e Ralt, solo per citarne alcuni. Oggi abbiamo una scena dominata dalla Dallara, anche quando i regolamenti permetterebbero una maggiore concorrenza come nella F3”.
Non sarebbe meglio aprire la sfida a più telaisti? L’ultima edizione della Formula 3 Italia, targata 2012, ha visto la sfida in pista tra due costruttori, Dallara e Mygal, coi francesi usciti vincitori grazie a JD Motorsport e Riccardo Agostini.
Redazione MotoriNoLimits