nel corso di un’intervista, il ministro dell’ambiente Ségoléne Royal. Ieri la Casa francese è stata ascoltata dalla commissione, istituita dallo stesso ministro a seguito del Dieselgate, che ha il compito di indagare su eventuali irregolarità. Lo scorso 7 gennaio, gli stabilimenti francesi di Renault erano stati oggetto di perquisizioni che avevano evidenziato incongruenze relative ai test anti-inquinamento ma nessuna manomissione volontaria. Renault ha promesso di presentare a breve un piano tecnico per ridurre le differenze registrate tra le emissioni delle vetture in condizioni reali rispetto a quelle segnalate nelle norme di omologazione.
Renault potrebbe proporre il richiamo degli esemplari di SUV Captur Euro 6, per i quali sarebbe emerso un difetto tecnico che porta al blocco del sistema anti-inquinamento, e dovrà chiarire alcune incongruenze relative ai test su circuito, un tipo di prova che in realtà non ha alcun valore legale, visto che la regolamentazione vigente prevede solo quelli di laborario. Ségolène Royal e il ministro dell’economia Emmanuel Macron hanno ribadito che non è stata rilevata alcuna frode volontaria, hanno però riconosciuto lo sforamento, in alcuni casi, dei limiti di CO2 e ossido d’azoto.
Redazione MotoriNoLimits