Per la Formula 1 questo è il momento apparentemente più silenzioso. I motori sono spenti e le squadre in vacanza per ricaricare le batterie, ma nelle factory
ferve il lavoro per progettare e realizzare le vetture 2016.
“I team stanno terminando la prima scocca con cui affronteranno i crash-test imposti dalla FIA per l’omologazione di tutte le componenti in vista dei primi test di fine febbraio”, commenta Gian Carlo Minardi. “Da una parte abbiamo una Mercedes che passa da una festa all’altra per celebrare al meglio il duplice successo, dall’altra quelli impegnati a recuperare il gap tecnico. Poi c’è Haas, new-enty che deve preparare tutto dalla A alla Z. Sono chiamati a un grande sforzo poiché debuttare con un calendario di 21 appuntamenti non è facile”.
La mente però è proiettata molto avanti nel tempo. Per il 2018 si parla di portare il numero delle Power Unit, per pilota, solamente a tre, con l’intento di contenere i costi. “Per abbattere realmente i costi di queste motorizzazioni, le Case costruttrici non dovrebbero dirottare i costi di sviluppo e progettazione sui clienti, ma investire direttamente loro. Arrivare a tre PU per pilota/stagione è una strada percorribile, anche se molto preoccupante. Mercedes, sia col suo team sia coi clienti, è stata in grado di coprire l’intera stagione stando all’interno dei regolamenti, senza subire penalizzazioni. Nessun altro Costruttore ha raggiunto questo strabiliante risultato”.
Nella prossima stagione, gli osservati speciali sotto questo fronte saranno Honda e Renault. “Mentre il Costruttore transalpino sembra voler cambiare decimante passo con idee e progetti ben chiari e delineati, vedo più in salita il percorso dei giapponesi”. Renault, oltre che fornitore della Red Bull Racing, tornerà in prima linea come Costruttore dopo l’acquisizione della Lotus. “In aggiunta hanno acquistato know-how in giro con il chiaro intento di risalire la china. Più complicata mi pare la situazione in casa Honda. La parte elettrica è stato il vero tallone d’Achille. Mentre la Mercedes riesce a sfruttarla per oltre un minuto, i giapponesi stentano ad arrivare a 30” con gravi ripercussioni sul tempo. Lo si nota nel T2 e, soprattutto, nel T3. Su questo fronte le batterie McLaren non sono state all’altezza. Anche i giapponesi stanno facendo ‘shopping’ in Europa”.