Sono passati due anni, anche se non sembra vero. E noi continuiamo a ripeterlo, ogni giorno: #KeepFightingMichael. Certo, oggi sarebbe un sogno se arrivasse un comunicato ufficiale da Sabine Kehm, se Corinna e la famiglia ci dicessero qualcosa. Per toglierci un peso dal cuore, farci sorridere, magari piangere, e mettere a tacere le tante voci che stanno circolando ultimamente. Voci che, lette in positivo, indicano una sola cosa: che il mondo continua a pensare a Michael Schumacher, al sette volte Campione e all’uomo. E che solo chi è in malafede appena lo si nomina grida allo scandalo. Negli ultimi giorni abbiamo riportato le demenze di chi diceva “si muove e alza un braccio” e le smentite di Sabine, ma anche lo sfogo di Willi Weber. Tutti noi vorremmo vederlo, esattamente come il suo amico ed ex-manager. Sappiamo che non si può e che forse non lo rivedremo mai, almeno non come eravamo abituati a vederlo. Ma nella vita ragione e cuore non viaggiano su binari paralleli.
A me personalmente tornano spesso sprazzi di vita vissuta con lui nel paddock in giro per il mondo… le conferenze stampa… il pianto e la commozione a Monza… quando mi ha investita col monopattino… lui e Ralf che lasciano Imola per andare dalla mamma e poi tornano in tempo per la gara e per salire sul podio, con il lutto al braccio… la festa in Ungheria per il Titolo vinto. Dentro di me ho anche un sogno di un paio di mesi fa, con Michael in tuta bianca, che sorrideva dicendomi: “Ma di cosa ti preoccupi? Mi vedi, no? Sto benone“. E vi assicuro che non ero andata a dormire pensando a lui…
#KeepFightingMichael, ti vogliamo bene e continuiamo a lottare con te. E tu ci sei, anche se in modo diverso. Altrimenti non si spiega perché, cercando una foto di Budapest 2001 e sceltane una “a caso”, mi vedo in mezzo alla marea di teste sotto il podio… Segni che contano per chi aspetta il ritorno di un amico. Perché ragione e cuore non vanno a braccetto, per fortuna.
Barbara Premoli