Il primo GP del Messico dopo 23 anni è stato vinto da Nico Rosberg, davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton, che ci ha provato alla partenza, poi se ne è rimasto lì, tranquillo,
remissivo (quasi), alle spalle del tedesco, come seguendo un canovaccio. Ci ha provato a contravvenire a quegli ordini, quando è stato richiamato per il secondo pitstop, è rimasto fuori un giro in più, poi è rientrato. Ma ha fatto capire a tutti come stavano le cose con quel “Controllate le gomme e fatemi sapere”. Per Rosberg si tratta della quarta vittoria della stagione, la 12° della carriera; per Hamilton quello di oggi in Messico è stato il 15° podio della stagione in 17 gare (la decima doppietta Mercedes), completato dalla Williams di Valtteri Bottas.
Nettamente superiori a tutti le Mercedes, al punto da potersi fermare per la seconda sosta prima della safety car e tornare in pista ancora davanti a tutti. Un risultato che riporta il tedesco al secondo posto in classifica Piloti, dopo il ritiro di Sebastian Vettel in una giornata da dimenticare per la Scuderia.
Partito terzo, Vettel ha avuto subito un contatto con la Red Bull di Daniel Ricciardo forando una gomma. E si è subito innervosito
, lamentandosi più volte via radio di quanto accaduto (i commissari hanno ritenuto il fatto un incidente di gara).
Rientrato in pista dopo il pitstop, testacoda e poi dopo aver perso il posteriore è finito contro le barriere, facendo uscire la safety car. Vettel (che ha raccolto i pezzi sparsi della Ferrari) si è assunto tutte le responsabilità, ma sembrava scritto che oggi niente dovesse andare, dopo quanto accaduto tra Kimi Raikkonen e Bottas, di nuovo a duello per la seconda volta in tre gare dopo l’incidente all’ultimo giro di Sochi. I due finlandesi sono arrivati affiancati alla curva 4 e l’anteriore sinistra della Williams ha toccato la
posteriore destra della SF15-T, rompendo la sospensione, con ritiro immediato. Il primo doppio ritiro Ferrari dal GP d’Australia 2006.
Quarta la Red Bull di Daniil Kvyat, che ha perso la 3° posizione alla ripartenza, seguito da Daniel Ricciardo e Felipe Massa. Settima e ottava le Force India di Nico Hulkenberg e Sergio Perez, l’eroe di casa che è stato anche l’unico pilota a effettuare una sola sosta. A completare la top 10 la Toro Rosso di Max Verstappen e la Lotus di Romain Grosjean, seguito da Pastor Maldonado, Marcus Ericsson, Carlos Sainz Jr, Jenson Button, Alexander Rossi e Will Stevens (di nuovo entrambe le Manor alla bandiera a scacchi). Delusione per i fans di Fernando Alonso costretto al ritiro subito dopo il via per mancanza di potenza (ma lo spagnolo ha detto che lo sapeva già che sarebbe successo ed è sceso in pista solo
per rispetto dei tifosi) e KO anche per la Sauber di Felipe Nasr, con i freni in fiamme.
Il punto su questo primo GP del Messico? Deludente o, per lo meno, decisamente al di sotto delle aspettative rispetto a quanto si era prospettato il venerdì e il sabato. A livello scenografico nulla da dire, ovvio, 300mila spettatori in tre giorni, i 55mila di oggi nello Stadio davanti ai quali i primi tre sono saliti sul podio, tutti i coriandoli, la musica, la folla hanno il loro peso. Ma per quanto riguarda la gara… come diceva ieri Alonso ci voleva la pioggia. E’ stata soporifera e per fortuna ci sono stati i testacoda di Vettel, il botto di Raikkonen, le minacce (a vuoto) di Hamilton, il taglio di curva di Sainz e la sbandata (controllata!) di Maldonado. Ah, anche lo strafalcione di Luca Filippi (e ci sta, solo chi non ha mai fatto questo lavoro può tirare pietre!), che ci ha fatti divertire via Twitter. Per il resto… noia. Il Messico porta tanti soldi e sponsor, ma non per questo bisogna gridare allo spettacolo a tutti i costi! La seconda edizione andrà sicuramente meglio e siamo certi che anche la Pirelli dovrà inventarsi qualcosa, perché le velocità record non bastano. Certo oggi le carte sono state sconvolte dalle temperature elevate (15° più di ieri), probabilmente se fossero state come il sabato avremmo
avuto una gara diversa. Lasciamo perdere se fosse piovuto. Chi vince è sicuramente il pubblico, entusiasta e calorosissimo.
PS: Pietà! Quattro giorni di mariachi e musica potevano bastare, ma il colpo di grazia ce l’hanno dato i sombrero Pirelli: i tre piloti erano inguardabili, e pensavamo che il record negativo spettasse ai colbacchi di Sochi! Speriamo sia finita… almeno in Brasile dovremmo stare tranquilli! Per Abu Dhabi, no… non pensateci neppure per favore!
Barbara Premoli











































