Il weekend del GP di Russia si chiude nel segno di Lewis Hamilton, che ha vinto la 42° gara in F1 (alla pari con Vettel e una più di Senna) e vede sempre più vicino il terzo Titolo, dopo il ritiro del compagno di squadra Nico Rosberg, e con la Mercedes che conquista il secondo Costruttori consecutivo. Partito dalla pole, il tedesco della Mercedes ha mantenuto il comando dopo un testa a testa con l’inglese, ma le posizioni sono state congelate dalla safety car, per la collisione tra la Force India di Nico Hulkenberg in testacoda e l’incolpevole Sauber di Marcus Ericsson. Poi sono iniziati i guai per Rosberg, con problemi al pedale dell’acceleratore. Andato largo un paio di volte, è stato passato da Hamilton e poi dalla Williams di Valtteri Bottas.
Costretto a tornare ai box, il team non ha potuto far altro che constatare la gravità del problema ed è stato ritiro. Sono 73 i punti che adesso dividono i due piloti Mercedes, con solo 100 disponibili. Matematicamente può ancora succedere di tutto, ma la delusione oggi è stata cocente per Nico, che sa di non avere chance reali.
Secondo posto per la Ferrari di Sebastian Vettel, che ha sopravanzato Rosberg nella classifica Piloti, anche se a Hamilton basta batterlo di 9 punti a Austin (e di 2 Rosberg) per riconfermarsi Campione. Terzo gradino del podio per la Force India di Sergio Perez, grazie alla scelta di rientrare ai box durante la seconda safety car (dopo l’incidente della Lotus di Romain Grosjean alla curva 3) e di fare l’ultimo stint lungo sulle soft.
Terzo posto meritato quello di Perez anche se ereditato grazie al dramma dell’ultimo giro, quando Bottas ha passato il messicano (con le gomme finite), seguito a ruota da Raikkonen. Ma al finlandese non bastava a quel punto la 4° posizione e ha fatto un tentativo di sorpasso decisamente azzardato e non riuscito sul connazionale, spingendo la Williams contro le barriere. Costretto al ritiro Bottas (“What the ***** did he do?“), Raikkonen ha invece proseguitotagliando il traguardo in una nuvola di scintille in 5° posizione, alle spalle della Williams di Massa, partito 15°. L’incidente è ovviamente sotto investigazione dal parte della FIA e solo Kimi non ha ancora capito l’errore (“Once I decided to try and pass him I couldn’t pull back: I don’t know if he saw me or not“). Decisione arrivata puntuale: i commissari hanno deciso che la manovra meritava uno stop/go di 10 secondi, che si traduce in 30 secondi dopo-gara, Raikkonen è quindi sceso dal 5° all’8° posto e la perdita di 6 punti per la Ferrari fa sì che la Mercedes conquisti il Campionato Costruttori 2015.
Sesto posto nella gara di casa per Daniil Kvyat davanti alla Sauber di Felipe Nasr e alla Lotus di Pastor Maldonado. A punti con entrambe le macchine per la prima volta nel 2015 la McLaren, con Jenson Button e Fernando Alonso 9° e 10° (ma la soddisfazione per lo spagnolo che nel weekend festeggiava i 250 GP è durata poco: gli è stata inflitta una penalità di 5 secondi per non aver rispettato i limiti della pista alla curva 16 e passa quindi all’11° posto, con Verstappen che eredita il 10°).
Peccato per il ritiro di quello che comunque è l’eroe del giorno, il pilota della Toro Rosso Carlos Sainz che, partito ultimo dopo il botto di ieri e l’ok della FIA a disputare la gara, era risalito fino alla 7° posizione, prima che un problema ai freni lo facesse finire due volte in testacoda, una contro e barriere, costringendolo poi al ritiro, nello stesso punto dove ieri aveva avuto l’incidente nelle FP3. Ma prima di fermare la macchina, una paratia dell’alettone volata via ha fatto provare dei brividi, quando un commissario è entrato in pista per prendere il pezzo di carrozzeria, mentre sopraggiungeva Vettel. Resta il dubbio se sia trattato di incoscienza e di iniziativa personale o l’ok a entrare in pista sia arrivato da Charlie Whiting che, in questo caso, avrebbe sbagliato i calcoli (e di brutto!).
Undicesimo Max Verstappen, la cui gara storta è stata decisa da una foratura al primo giro nel contatto con la Force India in testacoda di Hulkenberg, seguito da Bottas, classificato 12. Tra i ritiri di questo 15° round anche la Red Bull di Daniel Ricciardo, 4° fino a 6 giri dalla fine, quando si è fermato sembra per problemi a una sospensione. Hanno invece tagliato il traguardo le Manor di Roberto Merhi e Will Stevens.
Cosa ricorderemo di questo GP a parte il dominio di Lewis Hamilton e i complimenti meritati per il Titolo alla Mercedes? La sfortuna nera di Rosberg (“I should have won“, ma questi piagnistei non gli fanno onore…) e quella di Bottas, l’errore di Raikkonen (da un pilota esperto come lui…), il rischio del commissario (qualcuno sui social ha scherzato sul fatto che fosse pieno di vodka…) e lo spavento per Grosjean (uscito sulle sue gambe ma barcollante), la safety car che voleva a tutti i costi esserci anche in Russia (nel 2014 non si era vista), la voglia di risalire subito in macchina e le palle cubiche (come le ha definite un lettore) di Carlos Sainz (impatto a 150 km/h e 46G, così ha detto il team e stamattina si allenava saltando con la corda nel paddock!). E quei tremendi colbacchi (ideona della Pirelli, che oggi ha rinnovato per altri 3 anni con la FIA) che i primi tre hanno dovuto indossare sul podio, scherzandoci su, ma persino lo scortatissimo presidente Putin li guardava storti…
Barbara Premoli
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