Settembre è anche e soprattutto il mese dei Saloni Nautici e in sequenza Cannes, Monaco e Genova. Cannes ha chiuso i battenti da pochi giorni e ha registrato come sempre una buona affluenza di pubblico e molti, molti italiani. Storicamente Cannes accoglie gli appassionati italiani, che poi molti “ma non tutti” a Genova facevano un secondo giro, per poi, forse decidersi sul nuovo acquisto.
Ma non stiamo parlando ora, di mega yacht, di lussuose ville sul mare, ma di piccole o medie barche che sono lo zoccolo duro di una nautica che ha nella passione per il mare il suo credo. Questa passione è stata spesso stroncata dalla crisi e non solo, ma a quanto pare, timidamente sta riprendendo, perché la passione per il mare è una malattia incurabile.
I nostri marchi più importanti oggi, come Azimut e il Gruppo Ferretti, hanno lasciato Cannes moderatamente soddisfatti, ma anche Cranchi, Aprea e i gommoni, sempre più barche come Magazzù o Sacs, parevano soddisfatti. Le conferme le attendiamo da Genova, ma intanto è stataMontecarlo, la rassegna che vede in campo i big della nautica, soprattutto come misure. Un evento di portata mondiale, che pensate porta nel Principato oltre 32mila persone (a Monaco ne risiedono poco più di 37mila), 41 Paesi rappresentati dalle molte aziende e 121 barche presentate di cui 40 novità. La misura media è di 48 metri, la barca più grande esposta misura poco più di 91 metri, la più piccola… 24!
Questo è il mondo dei mega yacht, dove l’Italia con le sue eccellenze gioca un ruolo di grande importanza. In luglio sono stati varati 14 yacht, dai 24 ai 70 metri, di questi 14, ben 9 erano di produzione italiana. Sempre in luglio sono state consegnati ai loro proprietari 24 yacht dai 100 metri ai 26, quanti italiani? 10, la nazione più rappresentata. Sempre in luglio, il comparto ha registrato 9 nuovi ordini dagli 80 ai 27 metri, di questi nuovi ordini quanti italiani? Ancora una volta record, ben 6, pare evidente quindi che l’Italia sia il Paese dell’eccellenza nautica, che non solo lo è nella fase di produzione, ma anche di progettazione e di realizzazione di terze parti e di materiali. A Montecarlo sono rappresentate aziende italiane di primissimo livello, cantieri come Baglietto, CRN, Benetti, Admiral, Riva, ma anche società di servizi e di accessoristica sempre di primissimo livello, come Foglizzo, Besenzoni, Cantalupi, OPac Mare, per citarne alcuni.
Il design parla italiano, un po’ come nell’automobile, dove l’estro e la capacità di trasmettere emozioni, partendo da un foglio bianco, sono universalmente riconosciuti. Partiamo da Mauro Micheli e Sergio Beretta, che animano Officina Italiana Design, recentemente premiati con il “Best Exterior Design Trophy” per le due nuove creature Riva, il 76 Perseo e l’88 Florida. Fra le banchine di Monaco troviamo Tommaso Spadolini, Francesco Paszkowski, Luda Dini e Mario Pedol, che a oggi ha firmato la barca a motore più importante, tale Azzam di 180 metri.
Si apre un Salone che nasce nel 1991, come piccola rassegna di barche di prestigio, ma usate. Ai tempi un 30 metri era veramente una barca importante. Oggi anche questo mondo è cambiato, ma soprattutto questo mondo ha creato un indotto di estrema importanza e rilevanza sia per il business, sia per la cultura degli oggetti. Non bisogna guardare a queste opere come cattedrali nel deserto, ma come opportunità anche per i giovani, che siano marinai, tecnici, falegnami o designer.
Questo è un mondo di grande interesse tecnico e culturale e non è assolutamente un caso che una fra le più importanti Case costruttrici al mondo stia sviluppando un progetto molto complesso, che coinvolge a tutto tondo lo stile e il design, un progetto che ha seguito i tempi automobilistici, quindi lunghi, ma che vedrà la luce finalmente nella primavera del 2016 e non è un caso che la sua nuova creatura cabrio, la S, sia stata presentata accostandola al mare, alla purezza e allo spirito di libertà che il mare ci regala.
Altri sono gli esercizi in questo senso, come quello di Aston Martin, che cerca nella nautica una nicchia per comunicare il suo DNA, il suo brand. Quindi ancora una volta due mondi che si stanno avvicinando non perché complementari e fortemente attraenti l’uno verso l’altro.
Un buon compleanno, quindi, al Monaco Yacht Show e ancora 25 anni di successi, con l’augurio che l’Italia sia sempre protagonista, con la sua creatività la sua tecnologia, i suoi uomini e le sue aziende.
Paolo Bonaveri