Concluse le giornate stampa, il Salone dell’Automobile di Francoforte, il famoso IAA, ha aperto i battenti al pubblico. Che Salone abbiamo visto? Come sempre una rassegna che mostra i muscoli dei padroni di casa, che fa delle superfici spendibili (una distesa di stand e auto paragonabili a 110 campi di calcio… non male) il suo punto di forza. Pubblicizzato come il Salone delle oltre 100 novità, il Salone della ripresa, va secondo noi letto tutto questo con una buona dose di cautela.
Le novità c’erano sicuramente ma già anticipate da tutte le Case per far si che la comunicazione anticipi sempre il tempo, come la cometa di Halley. La vera verità è che il mercato “globale” sta imponendo nuovi ritmi produttivi e la ricerca di automobili che vadano a coprire segmenti e sub-segmenti, per far sì che nessuna occasione di vendita vada persa. Pare evidente che in questi anni vi sia stata una super produzione e che siano state più le vetture prodotte, forse, di quelle vendute, tutto questo per far fronte ai numeri industriali, che forse non erano stati tarati nel modo giusto. I colossi si sono dati battagli prima in un territorio più definito, dove Europa e USA la facevano da padrona, poi è arrivata la Russia, la Cina etc.
Questo ha cambiato tutti gli scenari e come? Vediamo l’andamento dei mercati. Il segno più lo troviamo in Europa (+5%) ma dopo anni di caduta libera, gli USA fanno segnare un +4% anche loro hanno perso negli anni scorsi, ma hanno saputo risalire la corrente prima di noi. India ha un buon +6% ma su un mercato di pochi pezzi, che certo non influisce sui dati di produzione. La Cina? Un +3% che è paragonabile quasi a una catastrofe, perché tutti si attendevano una crescita di questo mercato a due cifre per tanto, tanto tempo. Forse troppo.
Veniamo ai segni meno. La Russia fa segnare un tragico -36%, il Brasile (altro mercato su cui le Case contavano molto) -14% e infine il Giappone -8%. Gli analisti leggono questi dati con grande attenzione e ne si trae uno spaccato molto interessante, che equivale a un allarme strutturale, che dice di guardare ai mercati in modo nuovo e di riportare le produzioni a livelli di attenzione e quindi non forzare i numeri. Forse produrre meno e meglio, può diventare più redditizio e far si che anche i prezzi delle vetture siano in alcuni casi più veri… E’ ad esempio interessante a questo proposito vedere come in Cina nel 2015 è cresciuta la quota dei costruttori locali, che per la prima volta batte quelli stranieri: 58% contro il 42%, un dato significativo crediamo anche per il prezzo.
Questo per tornare alle vetture così chiamate una volta di nicchia, quelle che oggi rappresentano dei veri segmenti, creatisi negli anni dalle richieste degli automobilisti, leggasi Crossover, SUV, SAV etc.
Parlando di novità e di cose belle, da dove partire. Dal brand che forse ha avuto il maggiore risalto al Salone di Francoforte e che è indiscutibilmente “forte”, ovvero Porsche. La Mission-E non è solo un emblema tecnologico, ma forse anche di stile e non ci stupirebbe che nelle camere segrete di Zuffenhausen si stiamo chiedendo se questo sarà veramente il design delle future Porsche, ci pare che il pubblico e la critica li spinga molto in questo senso.
Emblema di stile, raffinatezza e bellezza la nuova Classe S Cabriolet. Di grande eleganza senza ostentazioni, la S Cabrio torna dopo anni di assenza, e lo fa veramente alla grande. Mercedes ha poi presentato la C Coupé, altra vettura disegnata molto bene e poi c’era da fare il giro dello stand, su tre piani, che parla di un marchio che si sta rinnovando molto e bene, e un altro esempio è la GLC, il SUV medio che sta debuttando sul mercato.
In casa Audi invece inizia il nuovo corso di design che apre a tagli moderni, ma con richiami a una linea che sta piacendo e avendo successo da tempo. Walter De Silva si sta ispirando molto alla moda e il mercato e la critica pare stiamo premiando il marchio di Ingolstadt.
Molto bella e dal disegno accattivante la Infiniti Q30, che regala anche materiali di grande pregio, finiture da vettura di classe superiore e meccanica raffinata. Infiniti punta molto su questa vettura, anche noi.
Jaguar proponeva il suo SUV. Ci mancava e forse speravamo in qualche cosa di più aggressivo, ma è ovvio che la vicinanza di Land Rover abbia avuto qualche influenza, certo non negativa, ma nemmeno propositiva.
Forte l’immagine di Toyota che presentava la nuova Prius e poi la carica di “elettricità” che arriverà sempre più nella gamma. Molto ispirate le nuove linee dai tagli netti del disegno in stile Mirai. Bentley e Rolls presentavano da una parte l’attesa SUV, la Bentayga e la cabrio Dawn. Opulenza, ostentazione, che ha un suo mercato e tanti estimatori, ma ci rendiamo conto come le più attese siano sempre delle vetture altissimo di gamma, che fanno da “flagship” e traino dei marchi e di tutta la gamma a scendere, ma tanti proprio non scendono, anzi. Sta di fatto che leggendo di questo Salone, poche sono le vetture “piccole” o di prezzo diciamo così contenuto, sarà perché siamo in Germania?
In conclusione, la vera battaglia fra i giganti sta nell’elettrico. Porsche, con la Mission-E, Mercedes con la Concept IAA (Intelligent Aerodynamic Automobile), Audi con la Concept E-Tron, sembrano sfidare Tesla, in quella che sarà la gara futura. Vetture Elettriche con autonomia minima di 500 chilometri, insomma la partita si sta aprendo e sarà interessante vedere gli sviluppi sul tema perché siamo appena agli inizi e lo dimostra BMW con i3 e i8 che sono vetture splendide ma ancora poco competitive come prezzo. Un futuro tutto da scoprire e intanto Toyota fa il record di vendite di ibride superando gli 8 milioni di vetture vendute, forse la strada maestra è ancora questa, quindi sviluppare il concetto plug-in, far sì di avere un’autonomia in elettrico puro che arrivi attorno ai 100 chilometri e poi motore che supporti fuori dai centri urbani?
La partita nell’automobile è sempre aperta e forse oggi più di ieri. Almeno lo speriamo.
Paolo Bonaveri