Abbiamo dovuto attendere fino alle 18.00 per avere la conferma del vincitore del GP d’Italia: Lewis Hamilton ha conquistato la 40° vittoria della carriera, 7° della stagione, precedendo sul traguardo la Ferrari di Sebastian Vettel e la Williams di Felipe Massa.
Una gara sicuramente in cui non ci si è annoiati e che ha fatto provare un brivido subito al via: il Campione in carica ha preso il comando dalla pole, seguito da Vettel, mentre Rosberg è scivolato in 6° posizione, con Kimi Raikkonem rimasto fermo sulla seconda piazzola, scartato da tutti i piloti che arrivavano da dietro. Un miracolo che tutti siano riusciti a farlo, un episodio che ha riportato immediatamente alla mente la tragedia di Riccardo Paletti. Da quel momento, mostrando grande freddezza, il finlandese della Ferrari ha iniziato una rimonta che l’ha portato fino al 5° posto finale.
Hamilton ha dominato fino alla bandiera a scacchi, accumulando un vantaggio di 20 secondi su Vettel, ma a pochi giri dalla fine il team gli ha detto che doveva spingere, senza giustificare la cosa e lui non si è posto troppe domande, eseguendo e chiudendo con un vantaggio di 25 secondi. Il motivol’ha scoperto in conferenza stampa: a fine gara la Mercedes era stata infatti convocata dai commissari FIA perché gli pneumatici misurati sulla griglia prima della partenza dalla Pirelli erano risultati con una pressione inferiore a quella prescritta di 19.5psi.
Una spada di Damocle sulla Mercedes, dopo il motore KO di Rosberg a fine gara, quando il tedesco era 3° e guadagnava su Vettel, il primo ritiro meccanico della stagione, avvenuto per di più dopo che il team aveva dovuto montare sulla monoposto di Nico il vecchio motore, dopo un problema sulla versione aggiornata nelle libere del venerdì. Hamilton allunga quindi ulteriormente sul compagno di squadra, portandosi a 53 punti a 7 gare dalla fine della stagione.
A tornare sul podio magico di Monza per il secondo anno consecutivo, ereditando la terza posizione, Felipe Massa, tallontato dall’agguerrito compagno di squadra in Williams Valtteri Bottas, con Raikkonen 5°. Di nuovo competitiva la Force India in specifica B, con Sergio Perez 6° (dopo il 5° posto a Spa) seguito da Nico Hulkenberg, un doppio risultato che porta il team inglese in quinta posizione in Campionato, davanti alla Lotus, la cui gara è durata solo un paio di giri. Vittime di contatti alla prima curva, Romain Grosjean e Pastor Maldonado sono stati costretti al ritiro, Grosjean subito a bordo pista, mentre Maldonado ha raggiunto i box.
Dopo essere partito 19° per via delle 25 posizioni di penalità-motore, Daniel Ricciardo ha portato la Red Bull all’8° posto, con il compagno di squadra Daniil Kvyat 10°, divisi dalla Sauber di Marcus Ericsson, a punti per la terza gara consecutiva.
Appena fuori dalla zona punti Carlos Sainz, 11°, davanti al team-mate in Toro Rosso Max Verstappen, partito ultimo e che ha dovuto scontare un drive-through perché il team ieri in qualifica non aveva assicurato bene la carrozzeria che, ricorderete, è volata via, fortunatamente senza conseguenze. Tredicesima la Sauber di Felipe Nasr davanti alla McLaren di Jenson Button, autore di una partenza a razzo, dalla 15° alla 9° posizione, prima di scivolare nelle retrovie a causa delle carenze sempre più drammatiche ed evidenti del motore Honda. A chiudere la classifica le Manor-Marussia di Will Stevens e Roberto Merhi, davanti alla McLaren di Fernando Alonso, costretto al ritiro a 3 giri dalla fine.
A fine gara abbiamo assistito alla magia di Monza, all’invasione dei tifosi sul rettilineo, al grande Cuore Ferrari. Che è sempre un’emozione, per chiunque abbia la fortuna di essere presente a un GP (che oggi è stato inaugurato da altri momenti da brivido, l’inno di Mameli cantato da Il Volo e il duplice passaggio delle Frecce Tricolori). Lo hanno detto i piloti in conferenza: non c’è niente di paragonabile a quello che si prova su questo podio, nel Tempio della Velocità, avvolti dalla Storia della Formula 1. Ci ha fatti imbestialire (letteralmente) il solito gruppo di idioti che la sportività non sa neppure dove stia di casa, quelli che hanno riempito di booo e fischi Lewis Hamilton quando ha alzato la coppa del vincitore. Ma si sa, la coerenza è cosa difficile: come tutti quelli che in questo weekend hanno riconosciuto le capacità di Sebastian Vettel e che l’anno scorso, sulle tribune di Monza, si immortalavano alzando il dito medio all’indirizzo del pilota tedesco e scrivendo sui social che i quattro Titoli li aveva vinti per caso…
Poi l’attesa per la decisione dei commissari per la questione-pneumatici Mercedes. Poco prima delle 18, siamo stati radunati in sala stampa per la comunicazione delle conclusioni da parte della FIA: dopo aver sentito il delegato tecnico, i rappresentanti dei team e Pirelli, i commissari hanno concluso che il team ha seguito la procedura attualmente specificata, con la supervisione di Pirelli, ritenendo quindi chiusa la questione e raccomandando che Pirelli e la FIA si incontrino a breve per dettare delle linee guida per i team.
In fondo miglior conclusione per tutti non poteva esserci, anche per la Ferrari (perché le vittorie a tavolino lasciano sempre l’amaro in bocca…) che, senza il problema di Kimi al via, avrebbe potuto portare a casa ancora più punti e che è lì, seconda in classifica. Ovvio, rispetto alla Mercedes mancano ancora CV, ma i tifosi hanno di che essere felici, crediamo. E poi, diciamolo: chi sale sul podio di Monza si sente sul tetto del mondo e non vede l’ora di tornarci.
Barbara Premoli
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