GP del Belgio insolito quello cui abbiamo assistito oggi, inondato di sole, come tutto il weekend, con la settima doppietta Mercedes 2015 e la 39° vittoria in carriera di Lewis Hamilton davanti al compagno di squadra Nico Rosberg, con l’inglese che porta il vantaggio in classifica a 28 punti. Sul terzo gradino Romain Grosjean, con la Lotus che torna sul podio dopo 30 gare (mancava dagli USA 2013).
Il Campione in carica ha preso il comando dalla pole seguito da un arrembante Sergio Perez sulla Force India. Partito male, invece, Rosberg, scivolato in 5° posizione, che ha poi riguadagnato la seconda piazza, tentando di avvicinarsi a Hamilton, senza mai poterlo impensierire.
Ma il GP del Belgio sarà ricordato anche per la grande delusione Ferrari. Grazie alla strategia di una sola sosta con uno stint di 29 giri sulle medie, Sebastian Vettel ha visto svanire il terzo gradino del podio a un giro dalla fine a causa dello scoppio del pneumatico posteriore destro. Un problema sicuramente tecnico, perché è scoppiata la gomma esterna e non quella in appoggio, più sollecitata. Il secondo episodio del weekend dopo lo scoppio del pneumatico di Rosberg nelle libere del venerdì. Un Vettel arrabbiato e preoccupato quello che ha parlato a fine gara: “Non è stata una foratura ma un enorme guasto, non c’è stato un avvertimento, ci aspettiamo delle spiegazioni dalla Pirelli, perché se succedeva 200 metri prima non ero qui a parlarne“. Perché qui non si tratta di perdere punti in Campionato, ma di rischiare la vita. Forse a questo punto si spiega anche la preoccupazione di ieri di Nico Rosberg, non convinto di quanto detto dalla Pirelli, ovvero che il suo scoppio era stato causato da un detrito. Ma allora ci chiediamo: se i piloti sanno che una cosa non è vera, perché salgono in macchina e accettano di derorrere pur sapendo che si tratta di un problema tecnico (se non strutturale)?
Il ritiro di Vettel (classificato 12°), ha promosso Romain Grosjean, che regala il podio alla Lotus in un momento davvero drammatico per il team, dopo il sequestro precauzionale di giovedì per i debiti e i mancati pagamenti (ed è a rischio la partenza di macchine e camion domani).
Subito ritirati al via la Force India di Nico Hulkenberg (al suo problema si deve il secondo giro di formazione ma è stato costretto a rientrare subito ai box) e Pastor Maldonado. Ottima gara per la Red Bull, che con la specifica-Monza ha permesso a Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo di attaccare in rettilineo. Partito 5°, Ricciardo era risalito fino alla 3° posizione, quando si è fermato alla Bus Stop sembra per un problema di elettronica, mentre Kvyat ha tagliato il traguardo 4°. Perez si è assicurato il miglior risultato della stagione, 5°, davanti alla Williams di Felipe Massa e alla Ferrari di Kimi Raikkonen, autore di una splendida rimonta dopo essere partito 16°.
Max Verstappen ha tentato di passare Raikkonen alla Les Combes nell’ultimo giro ma è andato largo e si è dovuto accontentare del 7° posto, davanti a Valtteri Bottas, velocissimo e destinato a posizioni di vertice fino all’errore della Williams che ha montato sulla sua macchina tre soft e una media, per cui ha dovuto scontare un drive-through.
Ultimo punto per la Sauber di Marcus Ericsson, per la prima volta con motore Ferrari 2015, davanti al compagno Felipe Nasr, mentre come dicevamo Vettel si è classificato 12° e per la prima volta in stagione non ha conquistato punti. Ottima partenza per le McLaren di Jenson Button e Fernando Alonso, con lo spagnolo da 20° a 13° e l’inglese 14° dopo essere partito 19°. Rientrato ai box dopo il giro di formazione, Carlos Sainz è riuscito a tornare in pista ma si è ritirato a 11 giri dalla fine.
“Great job“, così il team si è congratulato via radio con Hamilton, per l’80° volta sul podio (come il suo idolo Ayrton Senna) e alla seconda vittoria qui a Spa (dopo quella del 2010 – sarebbero state tre senza la squalifica del 2008). La corazzata Mercedes è inavvicinabile, questa è la realtà. E detta legge, al punto che Toto Wolff a fine gara difende pure la Pirelli, assolvendola (senza aver esaminato i dati) da ogni responsabilità per quanto accaduto a Vettel a 11 km dalla fine.
Sull’episodio ha parlato subito il direttore Motorsport Pirelli Paul Hembery, che ha subito sottolineato come venerdì ci sia stato un taglio all’esterno, mentre oggi si tratta di un problema di usura. “Non abbiamo ancora visto i dati ma dalle immagini per noi è un problema di usura, tutte le altre macchine hanno fatto al massimo 20 giri, la Ferrari 28, se ci riuscivano erano dei geni perché avevano fatto una strategia aggressiva ed era andata bene“. Quello che non ci torna è perché si parli di usura e degrado ma le velocità di Vettel non fossero diminuite. Amarezza. E speranza che i piloti e tutti i team (Mercedes inclusa) pretendano – almeno oggi – chiarezza e dati certi e non si accontentino di un comunicato.
Barbara Premoli
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