Sabine Kehm difende la sua gestione dei media dall’incidente di Michael Schumacher, avvenuto ormai 17 mesi fa, il 29 dicembre 2013. Sabine e la moglie di Schumi, Corinna, sono spesso state criticate per aver difeso così strenuamente la privacy. Da restare senza parole perché, onestamente, crediamo sia l’unica cosa logica da fare, quello che qualunque essere umano dotato di sensibilità e buon senso farebbe, dal primo giorno. Evidentemente non tutti ne sono dotati.
Da qui le accuse per il fatto che il Campione tedesco non si sia più visto e che sulla natura delle condizioni di salute e sul recupero non si sappia nulla di preciso. Ma la Kehm ha detto al settimanale tedesco Der Spiegel: “Michael ha sempre voluto regole strette, che abbiamo studiato insieme. Teneva il suo lavoro strettamente diviso dalla vita privata e non ha mai deviato da questa regola. Non c’è mai stata una ‘home story’ e nessun giornalista ha mai avuto il suo numero di telefono“.
Secondo quanto riportato da Der Spiegel, da quanto il 46enne Schumacher è tornato nella sua villa in Svizzera i fotografi sono costantemente in agguato nei boschi vicini nel tentativo di catturare uno scatto del sette volte Campione, anche usando elicotteri che volano a bassa quota. Sabine Kehm e la famiglia di Schumi sono assistiti da Felix Damm, un legale specializzato nel campo dei media.
Non dev’essere facile niente, per Sabine, Corinna, i figli e i familiari tutti. C’è solo una parola che riassume il tutto: rispetto. Rispetto per il 7 volte Campione, sempre così riservato nella vita, e soprattutto per l’uomo Michael. Chi sta in agguato in cerca di una foto, chi si è introdotto di nascosto in ospedale a suo tempo, chi ha rubato le cartelle cliniche dovrebbe vergognarsi, una manica di imbecilli senza scrupoli. Forza Sabine, avanti così, come hai sempre fatto! E come sempre #KeepFightingMichael
Barbara Premoli