Terza vittoria in 4 gare per il pilota della Mercedes Lewis Hamilton, la 36° in carriera e la seconda qui nel GP del Bahrain. Dominante, come ormai ci ha abituati, e inavvicinabile, dopo aver preso il comando al via dalla pole, seguito sotto la bandiera a scacchi da un grandissimo Kimi Raikkonen (sul podio dopo un’assenza durata 25 gare) e da Nico Rosberg. E se Hamilton ha viaggiato in assoluta tranquillità (un brivido – e una speranza per i ferraristi – solo nell’ultimo giro, quando l’inglese ha avuto problemi ai freni), alle sue spalle sono state scintille vere.
Ai piedi del podio la Williams di Valtteri Bottas e l’altra Ferrari di Sebastian Vettel, che al via ha mantenuto la seconda posizione, seguito da Raikkonen. Un determinatissimo Rosberg ha passato il finlandese e poi Vettel, al secondo tentativo. La Ferrari è riuscita a giocare con la strategia passando il tedesco della Mercedes nella prima serie di pitstop, ma Vettel è stato distratto da Hamilton in uscita dalla pitlane e Rosberg l’ha passato all’interno della curva 1, riprendendo la posizione.
La Scuderia ha riprovato la mossa al secondo pitstop riuscendoci di nuovo, con Sebastian uscito davanti a Nico ma questa non è stata la domenica ideale per il ferrarista che, andato largo all’ultima, ha consentito al rivale di passarlo. Cosa peggiore, nell’uscita ha danneggiato l’ala ed è stato costretto a rientrare ai box per sostituirla.
Su una strategia diversa (soft usate al via poi medium e soft nuove), Raikkonen ha iniziato la rimonta nei confronti di Rosberg, sulle medie, riuscendo a passarlo anche grazie ai problemi ai freni che non hanno risparmiato nessuna delle Mercedes nelle fasi finali del GP. Il tedesco è infatti andato largo alla curva 1 e il finlandese ne ha approfittato, lanciandosi poi all’inseguimento di Hamilton.
Dopo il pitstop imprevisto, Vettel è scivolato in 5° posizione e non è riuscito a passare la Williams di Bottas, nonostante un lungo inseguimento. Sesta la Red Bull di Daniel Ricciardo, che deve sicuramente ringraziare qualcuno, visto che il motore Renault è resistito per 57 giri ed è esploso proprio nell’ultima cuva dell’ultimo giro, ma lui è riuscito a passare il traguardo. A punti per la seconda gara Romain Grosjean, 7° con la Lotus, davanti alla Force India di Sergio Perez, a punti per la prima volta dal GP d’Australia e che è riuscito, grazie alla strategia su due soste, a passare i diretti rivali su tre. Punti anche per la seconda RB11 di Daniil Kvyat, 9° dopo essere partito 17°, con la Williams di Felipe Massa, partito dalla pitlane dopo essere rimasto fermo in griglia al via del giro di formazione, a completare la top 10. Il brasiliano era riuscito a risalire fino all’8° posizione, ma nell’ultimo stint molto lungo i suoi pneumatici sono andati e si è dovuto accontentare dell’ultimo punto disponibile.
Appena fuori dalla zona punti Fernando Alonso, 11° con la McLaren-Honda, mentre il compagno di squadra Jenson Button non ha potuto prendere il via per un problema all’ERS (ma si è molto dato da fare dai box twittando alla grande e dimostrandosi un rapido e puntuale commentatore!). Dodicesima la Sauber di Felipe Nasr, davanti alla Force India di Nico Hulkenberg con Marcus Ericsson 13°, a punti finché non ha perso quasi 20 secondi al pitstop quando i meccanici hanno avuto problemi con l’anteriore sinistra sulla macchina del compagno di squadra.
In lotta per i punti anche Pastor Maldonado, rallentato ai box quando i freni anteriori della sua Lotus hanno inziato a fumare e ha chiuso 15°. Entrambe le Manor al traguardo per la seconda gara consecutiva, con Will Stevens 16° e Roberto Merhi 17°.
Primo doppio ritiro, invece, per la Toro Rosso, con Carlos Sainz costretto a fermarsi a metà gara e Max Verstappen pochi giri dopo ai box.
Una gran bella gara, diciamolo, combattuta, con bei duelli. Dopo tanto discutere di regole, di V6 e V8, oggi i piloti ci hanno fatti divertire. Certo, resta il dubbio su Raikkonen: il secondo posto è un gran risultato per quello che è stato definito da un entuasiasta Maurizio Arrivabene “un mastino”, ma lui stesso ha ammesso di non essere del tutto contento: salire sul podio dopo 25 gare per il 35enne finlandese non è abbastanza, lui ha fame di vittoria e in questo quarto round ha dimostrato che, azzeccando le qualifiche e senza problemi, al primo gradino può puntare eccome (si è anche tolto la soddisfazione del giro veloce in gara). E il rinnovo di contratto se lo meriterebbe tutto, per la caparbietà, l’impegno, che le delusioni del 2014 non sono riuscire neppure lontanamente a incrinare.
Chi invece potrebbe aver molto da recriminare è Nico Rosberg: indipendentemente dai problemi ai freni sul finire della gara, non si capisce perché il team abbia richiamato prima Hamilton per i pitstop e non lui. L’inglese aveva un vantaggio enorme sui rivali, non rischiava, mentre Nico è stato costretto a recuperare per due volte la posizione, per poi perderla alla fine, per i freni e, forse, per l’eccessiva pressione messa da Raikkonen. Ah, Hamilton? Di un altro pianeta, lui parte davanti a tutti e va e nessuno lo vede più. Carico, sorridente, con una marcia in più rispetto al compagno di squadra. Forse impensierito più dalla rimonta della Ferrari che non dal vicino di box.
Pronti per lo sbarco in Europa della Formula 1? Tre settimane di break (e ci vogliono, lasciatecelo dire, dopo questa doppia tirata…) e in Spagna, come da tradizione, vedremo tante novità su tutte le monoposto, garanzia di ulteriore spettacolo. Ci piace questo 2015!
Barbara Premoli
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