Bernie Ecclestone ha ribadito che Monza rischia di uscire dal calendario di F1. “E’ molto semplice”, ha detto al quotidiano La Gazzetta dello Sport. “C’è un contratto per la gara di quest’anno, ma non per il futuro”.
Il capo supremo della F1 ha definito i termini economici dell’attuale accordo “un disastro”, anche se l’Autodromo Nazionale è uno dei circuiti più iconici nella storia dello sport. Alla domanda se non sia lui a chiedere troppi soldi ha risposto: “No, è ciò che altri organizzatori riescono a pagare. Perché loro dovrebbero avere condizioni diverse da Zeltweg o Spa? Ho chiesto la stessa cifra e gli stessi termini”.
Quando gli è stato detto che Monza ha uno status speciale, essendo uno dei pezzi di storia della F1, Ecclestone si è detto d’accordo: “Sì, ma per la F1 bisogna pagare”.
Mr E ha negato di guardare troppo al lato economico nella gestione della Formula 1: “Io gestisco il lato business di ciò che la CVC possiede”, ha spiegato. “Poi divido i soldi tra i team. Cerco di fare il miglior lavoro possibile”.
Ricorderete che il 31 marzo scorso, in occasione della conferenza stampa per la presentazione della stagione sportiva 2015 dell’Autodromo, il presidente AC Milano Ivan Capelli e i vertici della SIAS hanno annunciato che, nel weekend del GP di Monaco, ci sarà un incontro con Bernie Ecclestone per discutere il rinnovo del contratto. Ammesso e non concesso che Capelli & C. siano davvero interessati a tenere la F1 a Monza, nessuna impresa è impossibile, ma temiamo sarà molto dura trattare con lui e portare a casa un accordo vantaggioso. Senza soldi lui non firma, storia o non storia. E, lasciando da parte per un attimo il cuore e guardando solo l’aspetto finanziario e la razionalità, non si può dargli torto. Se la situazione economica dell’Autodromo è tragica, non è un problema di Ecclestone. Se pagano gli altri (e adeguano le strutture agli standard della F1 moderna) dobbiamo riuscire a farlo anche noi italiani.
Barbara Premoli



















