Il primo GP della stagione ci ha permesso di conoscere verità e realtà. E’ partita la rincorsa alle due Mercedes che, come si sapeva, faranno ancora una volta le lepri. La Ferrari è tornata sul podio vincendo la sfida dei “numeri 2” e abbiamo avuto ben 7 vetture differenti nei primi 10 posti, ma andrei molto cauto. Sono partite solo 15 vetture su 20 iscritte e, in aggiunta, mancano due attori come Red Bull-Renault e McLaren-Honda, in ritardo sulla tabella di marcia.
Il GP va analizzato con la giusta interpretazione,e non da ultrà. La conferma è la Mercedes che fa gara a sé con un ritmo pazzesco in gara, dopo una qualifica stratosferica andata a vantaggio di Hamilton su un Rosberg che sabato ha commesso qualche errore e non ha mai impensierito il compagno di squadra in gara. Hanno un vantaggio enorme sulla concorrenza.
La Ferrari ha vinto la sua sfida contro gli attuali diretti avversari della Williams. Dopo aver chiuso la qualifica col quarto tempo dietro a Massa, Vettel si è preso il gradino del podio proprio ai danni del brasiliano. Un risultato che sarà da conquistare gran premio dopo gran premio. Nonostante sia venuto a mancare Raikkonen (costretto al ritiro per un errore ai box, cosa anomala per la Ferrari) la SF-15T si è dimostrata affidabile, mettendo in pista un importante sviluppo che li fa stare davanti a Red Bull e McLaren. Un podio che fa certamente morale, soprattutto pensando ai grandi cambiamenti invernali avvenuti a Maranello. Uno stimolo per continuare a fare meglio.
La realtà però va vista facendo il confronto coi numeri. Cronometro alla mano, il Circus ha avuto uno step evolutivo molto importante grazie a telaio, Power-Unit e gomme, ma in sostanza non è cambiato nulla in termini di distacco tra le Mercedes e i diretti avversari. Sabato il distacco di Vettel dalla pole è stato di 1”4, contro l’1”5 di Alonso nel 2014. In gara Sebastian è arrivato 3° con un distacco di 34”. Dodici mesi fa Alonso aveva chiuso 4° a 35”. Questa è la dura realtà cronometrica. Chi è rimasto indietro, per il momento, sono Red Bull e McLaren che, da quelle che sono le mie informazioni, avrebbe girato senza motore elettrico. Il telaio è all’altezza della concorrenza, ma i problemi, per il momento, arrivano dalla Power-Unit giapponese. La Red Bull resta ancora un’incognita. Ricciardo ha lottato con il coltello tra i denti con una macchina che non è competitiva e poco affidabile come dimostra il ritiro di Daniil Kvjat nel giro di ricognizione.
Ottimo debutto per Felipe Nasr della Sauber, subito a punti anche con Ericcson: l’anno scorso erano dispersi. Bene anche Sainz Jr. a punti con la Toro Rosso, costretto a lottare tutto il GP con una vettura danneggiata alla prima curva e grandi difficoltà nel finale. Meno fortunato Verstappen costretto al ritiro per problemi tecnici quando era nella top 10.
Insomma, abbiamo fatto conoscenza con il Mondiale di Formula 1 2015. Lasciamo Melbourne, circuito cittadino con caratteristiche particolari, per volare tra quindici giorni in Malesia – circuito permanente – vero banco di prova per le prestazioni dei team.