Al termine delle qualifiche del GP d’Australia, l’ex-Campione Jacques Villeneuve, opinionista di Sky Sport F1 HD, ha fatto il punto sul sabato all’Albert Park.
Una bella sorpresa quella della Ferrari.
Sì, ma si sapeva che sarebbe stata competitiva. Doveva fare 3° e 4°, invece sono 4° e 5°. Quindi ci sarà una piccola delusione. Felipe ha fatto un gran giro e Vettel si è un po’ sbagliato nell’ultimo tentativo. È positivo soprattutto che Kimi c’è. Normalmente Kimi va meglio in gara che in qualifica.
Quale sarà, secondo te, lo stato d’animo di Alonso in questo momento?
Sarà arrabbiatissimo. Non è che gli manca mezzo secondo o devono lavorare un po’. Sono tagliati fuori, non ci sono, non c’è modo per sviluppare così una macchina durante una stagione. Se le cose vanno bene, finiranno 15° invece che 17°. Lui sa che tutta la stagione è persa.
Bottas.
Da quando è in F1 ha sempre difficoltà a fare due qualifiche uguali. Non è molto pulito nella guida e questo gli rende la messa a punto della macchina difficile. Poi, fare il giro perfetto quando conta crea problemi. Tutti parlano di Bottas, del suo futuro, ma non so perché. L’anno scorso non era più veloce di Felipe. Quando Felipe non aveva problemi con la macchina era davanti.
Rosberg.
L’anno scorso, quando contava in qualifica, Rosberg c’era. Ma oggi ha fatto lo sbaglio al primo giro, poi non ha più potuto prendere un rischio nel secondo giro. Se sbagliava di nuovo non era neanche secondo. E, per il campionato, lui doveva essere secondo, non poteva permettersi di essere 6° o 8°. Quindi magari gli mancava un po’ d’attacco in quel giro perché altrimenti Hamilton sicuramente non andava a prenderlo.
Verstappen.
Se sei veloce a 17 anni sarai veloce a 22 anni. Così hai il tempo almeno di imparare ad avere un po’ di responsabilità, di diventare un uomo. Perché questa è la F1, non è l’università. Devi arrivare in F1 già pronto, non per imparare. Una volta che sei in F1, non sei giudicato come uno di 17 anni, sei semplicemente un pilota di F1 e basta. Non c’è una questione di età.
Paragoni tra l’era Schumacher e l’era Vettel.
I periodi sono molto diversi – nel modo di lavorare, per come è cambiata la F1 – ma si possono fare tanti paragoni. Un tedesco che arriva in squadra, che è già campione del mondo, mentre la squadra sta vivendo qualcosa di nuovo, perché quando Michael era arrivato alla Ferrari, la Ferrari soffriva. Poi, quando è arrivato lui sono cambiati tanti ingegneri, persone all’interno e stavolta succede la stessa cosa. Tutte le persone che stanno all’interno della Ferrari stanno cambiando. Ci sono tutti questi paragoni, ma almeno qui Vettel parla un po’ di italiano.
A un pilota come Vettel fa piacere essere paragonato a Schumacher o mette addosso una responsabilità che non vorrebbe all’inizio della stagione?
Non lo so, da una parte è un piacere perché Michael è uno che ha fatto tanto per la Ferrari, ha scritto la storia. Ma sicuramente Sebastian vuole essere se stesso, non vuole essere un altro Michael.
Ricciardo è il nuovo Vettel?
No, sicuramente c’è ancora molto da fare. La squadra non è dov’era quando è arrivato Vettel. Ci saranno altri problemi, quindi sarà faticoso per la Red Bull tornare alla vittoria. Adesso non c’è l’impressione che abbia un compagno che lo aiuti molto. La macchina sembra brutta da guidare, ha già fatto miracoli per fare questa prestazione. Vettel è arrivato con Webber accanto, un pilota d’esperienza, e questo lo ha aiutato a crescere. Invece adesso Ricciardo ha Kvyat e lui non lo aiuterà a crescere. Poi, se guardi la macchina, è altissima dietro, ce ha molto angolo di telaio, che nel passato con gli altri motori funzionava, mentre ora con tutto questo peso dietro e baricentro così alto non funziona.
Redazione MotoriNoLimits