La spedizione continua a inoltrarsi in territorio marocchino e prendere quei tratti avventurosi che l’hanno sempre caratterizzata. La carovana punta verso Chefchaouen, la città azzurra, situata nell’entroterra, ai piedi della catena montuosa del Rif. Fu fondata dagli andalusi nel 1492 ed il loro stile architettonico ancora si ritrova nelle abitazioni con le tegole di terracotta e le pareti dipinte in varie tonalità di azzurro. Si dice che il colore sia stato introdotto dai profughi ebrei nel 1930 che consideravano l’azzurro simbolo del cielo e del paradiso. La sua Medina è una delle più belle di tutto il Marocco e a pochi passi da qui si trova l’hotel scelto come campo base, il curatissimo e stiloso Lina Ryad & Spa.
La tappa successiva è la città imperiale di Fez, il suo fascino è rimasto immutato nei secoli e ancora oggi strega i suoi visitatori. E’ un dedalo di viuzze che nascondono botteghe di artigiani che intagliano il legno, uomini che cuciono kaftani e riparano scarpe, bancherelle di frutta, cibo e dolcetti zuccherosi, in un mix di sapori e profumi a dir poco inebrianti. Vanta una delle università più antiche del mondo, ed è conosciuta per le sue concerie, da cui escono i pellami più pregiati, lavorati ancora in maniera artigianale.
Lasciata l’aristocratica Fez, il team si dirige verso Meknes, la più modesta fra le città imperiali, con i suoi palazzi e gli splendidi giardini, resti di un’epoca di grande prosperità. La grandiosa porta Bab Mansour, una delle più importanti di tutto il nord Africa, si erge di fronte alla piazza El Hedim, conosciuta come la piazza “della demolizione e del rinnovo”, che fa da spartiacque tra la Medina, la Mellah (il ghetto ebraico) e la città imperiale. Imperdibile la visita alla meglio conservata scuola di Corano di tutto il Marocco, la Madrasa Bou Inania fondata nel 1350. Questa scuola coranica presenta nel cortile raffinate decorazioni realizzate con ceramiche zellilj, stucco e legno d’ulivo intagliato che spesso riportano, in corsivo, versi del corano.
La carovana si rimette in marcia in un paesaggio d’altri tempi e lungo la strada si incrociano greggi di pecore e montoni, nonché sterminati cumuli di cipolle appena raccolte, ingrediente fondamentale di tante specialità locali. La meta è la città di Ifrane, con le sue casette dai tetti spioventi e i segnali stradali che invitano a far attenzione alla neve. Siamo ad oltre 1700 metri sul livello del mare e la località è famosa per gli sport invernali e i paesaggi tipici delle montagne dell’Atlante. Il campo base di Donnavventura è un bellissimo hotel che domina la cittadina, il Michlifen Ifrane. Si tocca poi Midelt, nel cuore del Marocco più rurale, tra greggi di pecore e asini carichi di ogni cosa e si raggiunge quindi Errachidia.
Ci troviamo ai piedi delle dune del Merzouga, Donnavventura era già passata di qui nella spedizione targata 2002; i ricordi si sovrappongono al paesaggio odierno, che porta ancora le tracce di una devastante alluvione. Al tempo invece, il team aveva dovuto affrontare una tempesta di sabbia che aveva messo a dura prova la tostissima squadra di ragazze, che viaggiava a bordi di scooter, pick up e persino camion! L’incontro casuale con l’attore Enrico Brignano, impegnato sul set del film Il bambino di Betlemme, aveva poi regalato qualche ora di svago al team. Ultima tappa del viaggio odierno è invece Khamlia e la comunità ignauwa che vi abita.
L’appuntamento con la puntata numero 8 di Donnavventura è per domenica 8 marzo, ore 13.50, su Rete4.
Redazione MotoriNoLimits