Il secondo anno di gestione Ferrari del Museo di Modena, realizzato nella casa dove, esattamente 117 anni fa, il 18 febbraio 1898, nacque Enzo Ferrari, si apre con due attrazioni diverse e irrinunciabili allo stesso tempo.
Nello spazio in cui Alfredo Ferrari, il padre di Enzo, aveva la sua officina all’inizio del secolo scorso, viene presentato il Museo dei Motori Ferrari. L’area è divisa in sei settori: quello dei propulsori sperimentali; quello dei motori a basso frazionamento, da 2 a 6 cilindri; quello dei classici 12 cilindri; quello degli 8; quello dei turbo; e, infine, quello della Formula 1. Oltre ai motori, sono esposte alcune vetture che li hanno utilizzati. Dalla monoposto di Ascari mondiale nel 1952 e 1953 alla celebre Sport 750 Monza, dalla Formula 1 turbo di Villeneuve alla F60, prima Ferrari che ha utilizzato il KERS. In ogni sezione un video 3D spiega le caratteristiche e il funzionamento dei diversi propulsori.
A questa offerta “tecnica” si affianca l’omaggio a Luciano Pavarotti. Pavarotti nasce nel 1935, quando Enzo Ferrari ha già 37 anni, ma anche se di età molto diverse i due uomini si conoscono e si stimano. Ferrari, che da giovane ha perfino sognato di diventare cantante lirico, riceve il giovane tenore emergente a Maranello. Luciano aveva comprato una Maserati Ghibli usata, oggi esposta in mostra al MEF, ma voleva una Ferrari. Sceglierà una F40, altro modello in mostra al museo.
I visitatori, grazie alla tecnologia che utilizza 19 proiettori, saranno anche “avvolti” dal video Enzo e Luciano: da Modena a Modena, sulle note delle più belle arie cantate dal tenore. Le immagini giocano sulle affinità dei due personaggi: terra d’origine, successo mondiale, tifosi e ammiratori, riconoscimenti internazionali, e, dal punto di vista del look, attenzione ai dettagli che diventano tratti della personalità, gli occhiali scuri per Ferrari, i foulard e il Borsalino per Pavarotti.
In questo padiglione sono esposte alcune delle Ferrari più famose di ogni tempo, da uno dei primi modelli, la 166 Touring del 1948, fino all’ambitissima LaFerrari. Non solo: il MEF, grazie alla collaborazione con la Fondazione Arena di Verona e con Arena Museo Opera, espone elementi delle scenografie utilizzate da Pavarotti durante la sua carriera. L’allestimento resterà in mostra fino al febbraio 2016.
La visita può essere singola o in abbinamento, a prezzo scontato, con quella al Museo Ferrari di Maranello. Inoltre, durante l’intero periodo dell’EXPO, sarà disponibile un “passaporto” del costo di 60 euro che, per due giorni, consentirà di utilizzare le navette che mettono in collegamento i Musei Ferrari, quello della Casa di Pavarotti e altri luoghi di interesse della zona. Dal percorso enogastronomico che comprende i caseifici del Parmigiano Reggiano, le cantine del Lambrusco, le acetaie del Balsamico e il Museo della Salumeria, fino alle visite culturali a Modena, a Nonantola con la sua abbazia e a Sassuolo, capitale del distretto della ceramica con le aziende e i musei del settore.
“Mio padre non si muoveva mai da qui: venivano tutti a Maranello per incontrarlo. Pavarotti invece portava la sua musica ovunque. Erano due modi diametralmente opposti per ottenere lo stesso scopo: quello di condividere le proprie passioni, diventando così anche ambasciatori nel mondo questa terra”.
Le parole del vicepresidente Piero Ferrari riassumono alla perfezione l’idea di unire in un unico omaggio il fondatore del Cavallino Rampante e il grande tenore.
Nicoletta Pavarotti, moglie del maestro, ha ricordato anche la grande passione del marito per le Ferrari: “Possedeva una F40, ma l’ha venduta ‘per amore’: aveva paura che la guidassi io…”.
Assieme a Piero Ferrari e a Nicoletta Pavarotti, all’evento hanno preso parte il direttore dei Musei Ferrari Antonio Ghini, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Questi ultimi hanno ribadito come l’EXPO milanese sia in realtà anche un’occasione da non perdere anche per Modena e l’Emilia Romagna.
Redazione MotoriNoLimits