Dici McLaren e pensi immediatamente alle corse, a 50 anni di successi, a uomini che hanno scritto pagine indelebili nel grande libro della Formula 1, allo stile che è un marchio di fabbrica della Casa di Woking, al Technology Center (MTC), una struttura avveniristica, allo stato dell’arte, unica nel suo genere, dove tutto è perfetto, impeccabile, secondo i dettami di Ron Dennis, sulle orme del fondatore Bruce McLaren. Ma il brand è anche automotive, “strada”, grazie a supercar che sono gioielli di tecnologia, da portare al limite in pista e da guidare normalmente – magari non per andare al supermercato (sarebbe eccessivo…) o nel tragitto casa-ufficio-scuola del pupo – a patto di essere pronti ad avere tutti gli occhi puntati addosso e sguardi che ti trapassano per l’invidia allo stato puro! E’ stato così con la 12C, coupé e spider, con quel sogno chiamato P1 e adesso l’ultimo step si chiama 650S – 650 come i CV erogati dal V8 biturbo da 3,8 litri (McLaren M838T, che produce una coppia massima di 678 Nm), S ovviamente come Sport. O, se preferite, come Sogno…
Un sogno che per noi è diventato realtà quando siamo stati invitati a provarla nella zona di Bordeaux, tra vigneti e chateaux dove nascono vini tra i più pregiati al mondo, in “edizione limitata”, proprio come le creature McLaren. Primo impatto: viene da dire “coupé a tetto fisso o spider con tetto rigido retrattile per me pari sono”, spettacolari ed eleganti, uniche nell’insieme e nei dettagli, se non si viene richiamati all’ordine ci si perde a osservare le linee…
Il design, ispirato alla McLaren P1, presenta il nuovo linguaggio progettistico della marca e il nuovo look richiama la filosofia McLaren “la forma segue la funzione”, con il paraurti anteriore che dona alla vettura un aspetto impattante ma pulito, mentre lo splitter anteriore integrato consente di aumentare il livello di carico aerodinamico. Questa soluzione ottimizza la sensibilità dello sterzo, con una maggiore sicurezza del guidatore in curva, più agilità e bilanciamento. Le nuove alette posizionate dietro le ruote anteriori dirigono l’aria dal bordo di uscita dello splitter anteriore, ottimizzando ulteriormente il grip frontale e il bilanciamento generale della vettura. Le prese d’aria, di grande effetto e scolpite, convogliano l’aria nei radiatori dal design super efficiente per raffreddare il V8 biturbo.
Come sempre, la riduzione del peso è un tema centrale di ogni modello McLaren e la 650S pesa solo 1.330 kg (a secco), 6 in meno della 12C. Prestazioni? Da paura solo a leggerle: meno di 3 secondi da 0 a 100 km/h e meno di 8,4 secondi da 0 a 200 km/h per la versione Coupé (Spider: 8,6 secondi), velocità massima di 333 km/h (329 km/h per la Spider).
Alla base della 650S c’è il coinvolgimento del guidatore e infatti non è una supercar fine a se stessa: più veloce di molte altre ultra-sportive, non scende infatti a compromessi in termini di lusso e ha tutta la raffinatezza e il comfort che ci si aspetta da una McLaren, oltre a potenza ed emotività. E, anche se chi compra un gioiello del genere con bada a certi “dettagli”, la 650S è anche uno dei modelli più efficienti nella sua classe, con consumi che si attestano su 11,7 l/100 km ed emissioni di CO2 pari a 275 g/km.
La 650S è la prova che la Formula 1 non è un semplice esercizio di stile: come nel caso della 12C e della P1, tantissimo è ispirato alla F1, a partire dal telaio in fibra di carbonio, solo 75 kg, con l’innovativa scocca MonoCell che offre vantaggi in termini di peso, rigidità torsionale, durata, sicurezza e qualità, tutte caratteristiche che ottimizzano l’esperienza di guida. Altre tecnologie che si rifanno alla Formula 1 sono le sospensioni a braccio oscillante trasversale, il motore montato centralmente, il Brake Steer per una maggiore agilità, freni a disco in carboceramica (di serie sulla McLaren 650S) e l’aerodinamica attiva, ora ulteriormente sviluppata e affinata per offrire massime prestazioni e capacità. L’Airbrake McLaren, montato originariamente sulla 12C e sulla 12C Spider e progettato per offrire livelli di carico aerodinamico ottimali sul posteriore della vettura, è ora dotato di una maggiore funzionalità, per un grado di stabilità superiore in una gamma di condizioni più ampia.
Le modifiche apportate al software di trasmissione consentono un cambio di marcia più veloce e responsivo. Per un maggiore impatto acustico in modalità “Sport”, è stata sviluppata la tecnologia “cylinder cut”, che produce una fiammata dagli scarichi alla selezione dei rapporti superiori. Interrompendo momentaneamente la scintilla, il carburante emette un ritorno di fiamma alla riaccensione, con una nota del motore distintiva, amplificando il rumore dello scarico senza alcuna perdita di prestazioni. In forte accelerazione in modalità “Track”, quando si richiede il massimo delle prestazioni, entra in gioco il sistema “inertia push”, sfruttando l’energia cinetica accumulata per erogare un impulso di coppia all’innesto della marcia successiva, prima del calo del regime motore, con una forte e continua accelerazione, senza alcun rallentamento al passaggio alle marce superiori.
Il cambio è a doppia frizione e 7 rapporti, impeccabile. Anche il rivoluzionario sistema di sospensione ProActive Chassis Control (PCC), anch’esso sviluppato da McLaren, è stato ulteriormente migliorato sulla McLaren 650S. Una caratteristica del sistema è la possibilità di regolare l’assetto e la modalità di guida (Normal/Sport/Track) indipendentemente dalla trasmissione e quindi con una completa libertà in termini di preferenze. Queste impostazioni, sia per la trasmissione che per le sospensioni, sono state ricalibrate per ottimizzare il coinvolgimento del guidatore.
Il comfort è ottimale, grazie ai nuovi supporti per gli ammortizzatori che minimizzano rumore, vibrazioni e “ruvidità” nell’abitacolo, mentre gli ammortizzatori e le molle ridisegnati offrono una sensibilità dello sterzo più responsiva. I cerchi in lega forgiati “650S”, dal nuovo design, sono di serie sulla McLaren 650S e offrono una riduzione di peso di 6 kg rispetto al design standard in ferro fuso in dotazione alla 12C. I cerchi sono rifiniti in argento, ma si possono avere anche con finitura diamantata o “stealth”. Gli pneumatici Pirelli P Zero Corsa offrono una tenuta di strada, una maneggevolezza e un feedback ottimali, mentre quelli opzionali “MC1”, sempre sviluppati da Pirelli, assicurano ottime prestazioni sia in condizioni di strada normali sia in pista. Altri dettagli i fari LED derivati dalla McLaren P1, il cofano motore con un nuovo badge McLaren, ispirato a quello montato sull’iconica McLaren F1, il retrotreno con un paraurti in tre pezzi ispirato alla 12C GT3.
L’interno è… da viverci! L’abitacolo è interamente rivestito di serie in leggero tessuto Alcantara o in pelle, materiali che avvolgono l’intero padiglione, volendo con cuciture a contrasto. I sedili racing a schienale fisso, in carbonio, basati sul leggero design utilizzato per la McLaren P1, offrono un eccellente livello di supporto per gambe e schiena, migliorando il coinvolgimento del guidatore e riducendo il peso complessivo di 15 kg.
A ulteriore conferma che la 650S nasce per essere guidata sempre, tutto quello che rientra nella voce “entertainment” e che non si trova certo sulla monoposto di Button e Alonso: navigazione satellitare IRIS, con telefonia Bluetooth, radio digitale DAB nei mercati europei (radio satellitare Sirius in Nord America), tethering wireless, streaming audio e voce di controllo di serie, telecamera di parcheggio posteriore. Tra gli optional, sedili da corsa a schienale fisso in carbonio, basati sul leggero design utilizzato per la McLaren P1, piantone dello sterzo regolabile per agevolare l’ingresso e l’uscita dalla vettura, uso estensivo di fibra di carbonio nell’abitacolo.
Si parte, inizia il collega. E bastano le prime impressioni da passeggero per capire che la 650S è unica. I 650 CV si sentono tutti, il sound del motore è da pelle d’oca sulla schiena. Si perde il senso della distanza, del tempo, della velocità. Notare che il test si è svolto nella campagna nei dintorni di Bordeaux, su strade normali, ricche di saliscendi e curve, situazione ideale per saggiare le qualità della supercar in un contesto quotidiano. Andare in pista sarebbe stato scontato e… troppo facile. Avevamo un roadbook da seguire ed è accaduto più di una volta che, arrivati a un punto, dicessimo al collega “Tra 3 km dobbiamo svoltare a destra” per poi ritrovarci a chiederci “Ma dov’è che dovevamo svoltare?”. Il cervello non riesce a tenere il passo della velocità, è come settato su determinati tempi e quei 3 km si raggiungono e si superano prima di rendersene conto. Una sensazione che ci è capitato di vivere una sola volta nella vita, quando abbiamo provato la Minardi F1 biposto sui circuiti di Misano Adriatico e, soprattutto, di Imola.
Dopo un pic-nic all’altezza della vettura, la domanda del collega: te la senti di guidare? Me la sento? Mi butto per terra se non lo faccio! Entri, posizioni sedile, specchietti e… ti senti in una favola. Pulsante start e il pensiero è immediato: in che casino mi sto mettendo! Prima sensazione: un gioco inaspettato, immediata, perfetta, basta un tocco sull’acceleratore, un lieve movimento del volante e lei esegue al millimetro. Poi arriva una macchina da superare, in spazi solitamente off-limits, fuori la freccia e solo una sensazione di schiacciamento al sedile, dopo di che sei già oltre, e di molto. Un’accelerazione da brividi, con il V8 che ti ruggisce alle spalle, sordo e aggressivo. Una presenza che ti incita a dare sempre di più, ti sfida a mettere alla prova te stesso e il pacchetto magico che ti ritrovi tra le mani.
Vogliamo essere onesti come sempre: abbiamo avuto la grande fortuna di guidare diverse supercar, anche la 12C, ma la 650S è speciale: impegnativa da guidare perché 650 CV non sono un gioco e richiedono capacità ma soprattutto cervello, per non lasciarsi travolgere dall’entusiasmo e superare il limite, non solo quello di velocità. E’ una belva che ti tenta, con maneggevolezza e guidabilità impeccabili, e coinvolge in toto. Una supercar dai due volti perché se si affonda il piede si vola (incollati all’asfalto!), ma se si guida a velocità “umane” e codice la tigre si trasforma in un gattone domestico: quindi, la McLaren ha raggiunto pienamente l’obiettivo di offrire il massimo del lusso, del coinvolgimento e della raffinatezza sia su strada sia su pista.
Problemi? Sì, lasciarla… la sindrome di Cenerentola colpisce duro, almeno quanto quella di Stendhal di fronte alla Gioconda ogni volta che andiamo al Louvre! Un sogno che vale assolutamente il prezzo: la Coupé parte da 237.200 euro, la Spider da 265.650. Postumi di questo road test? Ci hanno caricati a forza sull’auto per tornare all’aeroporto, ripetendoci: “dai, presto ci sarà un’altra novità da provare”. In stile bambino che vuol fare un altro giro sulla giostra e si sente dire dal papà “domani torniamo”. E, tornati a Milano, salire in macchina e ritrovarsi… fermi a 130 orari. E senza la tigre alle spalle!
Last but not least: se tutto questo non bastasse, i clienti McLaren possono affidarsi all’MSO (McLaren Special Operations), per quella che viene definita una customizzazione à la carte, che riflette il motto della Casa “if you can dream it, we can make it“. Pensate che il 25% della produzione 2013 è passato attraverso l’MSO, con 40mila euro di spesa media e ben il 90% delle P1 è stato personalizzato. Intervenire sulla perfezione per noi – confessiamo – è una cosa inconcepibile, ma la McLaren ha fatto una scelta precisa: “we are not a police of style“, per cui tutte le richieste vengono esaudite, non ci sono limiti, persino quelle più assurde (il possessore di una 12C verde che ha voluto i cerchi gialli secondo noi andrebbe arrestato!), ma il cliente ha sempre ragione e chi sogna una McLaren può averla esattamente come desidera, anche a pallini rosa, per quanto sembri un’eresia! Un argomento che merita un approfondimento e su cui torneremo presto, perché è un mondo a sé all’interno dell’universo McLaren.
Barbara Premoli