di Mario Donnini, prefazione di John Surtees – Giorgio Nada Editore, 2014 – Formato: 26×28,5 – Pagine: 200 – Foto: in b/n e a colori – Cartonato con sovracoperta – Testo: italiano-inglese – Prezzo: € 50,00 (sconto 15% valido solo per acquisti effettuati online € 42,50)
Uomo, pilota, imprenditore. Tre termini che ben si addicono a Gianpiero Moretti, artefice, mezzo secolo fa – correva l’anno 1964 – della Momo, ancora oggi una fra le eccellenze italiane nell’ambito della produzione di volanti, tute e componentistica per automobili. Lo storico Marchio ha voluto celebrare questa importante ricorrenza con un volume che, oltre alla lunga e prestigiosa carriera sportiva di Moretti, ripercorre le fasi salienti di sviluppo e consolidamento dell’azienda.
Il lungo sodalizio con la Ferrari che, sin dalla metà degli anni 60 ha adottato non solo in F1 i volanti Momo, la prolifica esperienza nel Campionato IMSA, prima con la Porsche 935 poi con la Ferrari 333 SP sino all’attuale coinvolgimento con una squadra ufficiale targata “Momo”, ma anche l’articolata produzione di volanti e cerchi destinati alle vetture di produzione o le coloratissime campagne pubblicitarie che hanno contrassegnato mezzo secolo di comunicazione, solo soltanto alcuni dei capitoli che compongono questo libro nato in stretta collaborazione con la Casa.
Mario Donnini: È appena uscito il mio 13° libro: “Momo 1964-2014~50 years“. Sono contento, perché per me è la chiusura di una storia durata 30 anni. Nel 1984 sui banchi del liceo leggevo Autosprint e mi piaceva Gianpiero Moretti, visto che era così diverso dai piloti di F.1. Aveva passato i quaranta, fondato la MOMO, azienda leader nel mondo in volanti, cerchi e abbigliamento per le corse e nello stesso tempo correva per divertimento negli USA. In pista sfrecciava con una meravigliosa Porsche Moby Dick sponsorizzata da Penthouse, era fidanzato con una devastante Penthouse pet, Dominique Maure, e al paddock passava da una spaghettata all’altra con Paul Newman e Mario Andretti. Uno così doveva avere capito tutto della vita. Poi, guarda te i casi, per lavoro l’ho conosciuto di persona e dal vero m’è piaciuto di più. Nel 1997 gli telefonai una sera e gli chiesi perché non smettesse di correre, visto che ormai era vecchio e lento. Mi rispose: “Il senso della vita è cercare di fare ciò che piace. Mentre lo fai, qualcosa di bello prima o poi succederà. Non importa se ho quasi sessanta anni, vado avanti. Le corse sono il mio giocattolo, oltre che la mia esistenza“. L’anno dopo coi compagni giusti Moretti stupì l’America, trionfando a 58 anni su Ferrari alla 24 Ore di Daytona che gli sfuggiva dal 1970, alla 12 Ore di Sebring e nella gara Imsa al Glen. Una serie d’imprese da leggenda. E anche un inno, una lezione data a tutti. Moretti non c’è più e in questa fine 2014 con questo libro si festeggia la sua storia e il 50ennale della sua azienda. La prefazione è affidata al campione del mondo di F.1 1964 John Surtees, l’editore è Giorgio Nada. È una storia che ho studiato, riscoperto è scritto volentieri perché, ora ne sono certo, Gianpiero Moretti aveva capito tutto dalla vita. A chi vorrà, buona lettura”.
Redazione MotoriNoLimits